Il Reddito di Cittadinanza rimane, perdono il lavoro i navigator per cercare un’occupazione

In arrivo importanti modifiche al Reddito di Cittadinanza. Ma brutte notizie per oltre 2000 navigator che rischiano di restare disoccupati.

Getty Immages/Franco Origlia

Il Governo Draghi, affiancato da un Comitato di tecnici, è al lavoro per apportare sostanziali modifiche al Reddito di Cittadinanza. Il sussidio a firma grillina, infatti, non sembra aver funzionato come si sperava in questi anni. Specialmente non ha creato nuovi occupati. In compenso, ora, rischia di creare nuovi disoccupati. Infatti l’ultima versione non prevede la proroga dei navigator, i tutor che accompagnano i percettori del sussidio occupabili in un percorso di attivazione che li aiuti a entrare nel mondo del lavoro. Si tratta di circa 2500 professionisti, tutti laureati, che ora rischiano di rimanere senza lavoro. Il Ministro del Lavoro, il Dem Andrea Orlando, ha più volte ribadito la necessità di rafforzare e migliorare i centri per l’impiego. Tuttavia, ha spiegato Orlando,  i navigator nascerebbero da un equivoco: “I sussidi servono per intervenire quando il lavoro non c’è o quando una persona non può lavorare, non per creare lavoro. La riforma delle politiche attive è un’altra cosa e deve valere per tutti, non solo per i percettori di reddito. Quella dei navigator era una scorciatoia figlia di quell’equivoco” – le parole del ministro in quota PD. E se Orlando li ha declassati ad un equivoco, non meno pesanti le parole del Ministro Renato Brunetta che li ha definiti dei poveri inesperti: “Questi beneficiari del Reddito di Cittadinanza sono soggetti deboli, ci vorrà tutta l’esperienza di chi lavora a contatto con il mercato. Non certo dei poveri navigator. Serve gente che conosce il territorio”. Per il ministro Brunetta la soluzione sono non già i comuni centri per l’impiego, bensì le agenzie private che hanno contatti diretti con le aziende.

Certamente non è lusinghiero definire 2500 giovani laureati “un equivoco” o “poveretti” ma, soprattutto, sembra un po’ un paradosso voler migliorare il Reddito di Cittadinanza e i centri per l’impiego privandosi delle risorse che dovrebbero aiutare i disoccupati a trovare lavoro. Il contratto dei navigator – assunti dall’Anpal – un ente pubblico che fa riferimento al Ministero del Lavoro – era già in scadenza lo scorso aprile, ma è stato prolungato fino al 31 dicembre 2021 con il decreto Sostegni, con la promessa inserire i navigator all’interno dei centri per l’impiego, che fanno riferimento alle Regioni. Ora, se non ci saranno modifiche in sede parlamentare, si prospetta l’eliminazione di queste figure.

Infatti, come ha spiegato Antonio Lenzi, cofondatore di A.N.NA., Associazione Nazionale Navigator, la figura del navigator, in questo specifico momento, appare fondamentale. I percettori del Reddito di Cittadinanza sono, per lo più, persone con una scarsa formazione scolastica, spesso anziani e difficilmente impiegabili: il 72% ha appena la terza media e non lavora da 5 anni o più. Le agenzie private su cui punta il ministro Brunetta al contrario, sono abituate a trattare con altri profili, molto più spendibili sul mercato del lavoro.  Le agenzie private per il lavoro possono fare ben poco per i percettori del reddito e – a detta di Lenzi – a loro non conviene nemmeno. E su quest’ultimo aspetto, il Governo cercherà di mediare: nel testo della manovra si dice che proprio al fine di agevolare l’occupazione dei percettori di reddito di cittadinanza, per ogni soggetto assunto a seguito di specifica attività di mediazione è riconosciuto alle agenzie private il 20% dell’incentivo previsto per il datore di lavoro.

L’unica ipotesi di salvezza per questi 2500 navigator consisterebbe nell’includerli all’interno dei centri per l’impiego, non con un vero e proprio assorbimento, ma mantenendo la struttura nazionale. La questione è spinosa, perché le politiche attive, che sono gestite dalle Regioni, saranno monitorate dall’Europa, nei prossimi mesi. Se le Regioni, soprattutto quelle del Sud, andranno in affanno, come si farà a supportare le realtà che non saranno in grado di raggiungere gli obiettivi imposti dall’Ue?

 

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