“Gli anticorpi non indicano niente, inutile fare i test sierologici. Bisogna fare la terza dose e basta”

Il professor Roberto Burioni, virologo presso il San Raffaele di Milano, mette in discussione l’utilità di misurare gli anticorpi al fine di valutare la protezione dal Covid. L’unica strada, per l’esperto, è continuare con le dosi di vaccino.

Il Ministero della Salute informa che nelle ultime ventiquattro ore i casi totali di Covid sono saliti di 4197 unità. Da ieri 38 morti e 2727 guariti. I casi attualmente positivi continuano a crescere: 98.775, +1788 rispetto a ieri. Salgono anche i ricoveri: 3362, +147 mentre in terapia intensiva 415 assistiti, +17 da ieri.

Burioni: l’unica via è la terza dose

Non solo i tamponi sono inutili e chi si tampona, invece di vaccinarsi, va schifato come chi non si lava e puzza. Anche i test sierologici per misurare il livello di anticorpi, a detta del virologo del San Raffaele di Milano, il professor Roberto Burioni, non sono indicativi del livello di protezione. Per Burioni, insomma, l’unica scelta sensata è continuare con le dosi del vaccino anti Covid a prescindere dallo sviluppo o meno degli anticorpi nell’organismo. Nella consueta ospitata all’interno di Che Tempo che Fa – trasmissione Rai condotta da Fabio Fazio – il medico ha ribadito ancora una volta quanto sia determinante vaccinarsi: “I dati che arrivano dall’osservazione dei vaccinati sono lusinghieri e tranquillizzanti però stanno suonando dei campanelli di allarme che ci devono allertare. per esempio ultimamente sono aumentati i casi tra i sanitari, questo potrebbe dipendere dal fatto che sono stati i primi ad essere vaccinati. Quindi è cosa opportuna are la terza dose”.

Stando al ragionamento dell’esperto, dunque coloro che sono già stati vaccinati ora si stanno contagiando perché gli anticorpi, dopo sei/sette mese iniziano a calare. Tuttavia, secondo Burioni, non serve a nulla misurarli: bisogna fare la terza dose e basta. Sempre all’interno del suo spazio in Rai, il virologo ha puntualizzato: “Non serve a niente misurare gli anticorpi prima della terza dose perché il livello di anticorpi contro il virus presenti nel sangue, non è correlato alla protezione. E’ una pessima idea misurarli“. Ma se gli anticorpi non sono correlati alla protezione allora a che pro continuare a vaccinarsi e parlare di innalzamento degli anticorpi dopo la terza dose? Pochissimi giorni fa la Pfizer ha sottolineato che, dopo 10-19 giorni dall’inoculazione della terza dose di vaccino, si registra un significativo innalzamento degli anticorpi nei soggetti over 60. Il ché dovrebbe essere funzionale ad una maggiore protezione contro il Covid. Il ragionamento di Burioni sembra rimettere in discussione tutto e, specialmente, sembra mettere in discussione l’utilità della terza dose che lui stesso difende a spada tratta.

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