“Non mi sento né maschio né femmina” e ottiene il primo “passaporto X”

È stato rilasciato il primo “passaporto X”, per indicare coloro che non si rispecchiano né nel genere maschile, né nel genere femminile. Questa opzione sarà a disposizione dall’inizio del 2022.

Dopo tante battaglie al fine di veder riconosciuta la legittimità del genere non binario, negli Stati Uniti è stato rilasciato il primo “passaporto X“, al fine di indicare il terzo genere. È un momento storico per coloro che non si ritrovano nella distinzione binaria tra maschio e femmina. Questo tipo di opzione sul passaporto e sul certificato di nascita sarà disponibile negli Stati Uniti dall’inizio del 2022, sancendo una svolta all’interno delle dinamiche di riconoscimento dei diritti delle persone della comunità LGBT+.

A causa della privacy, non siamo tenuti a sapere chi ha beneficiato di questo passaporto. Si pensa però che la persona alla quale sia dovuta questa rivoluzione culturale sia Dana Zzyym, ex membro della Marina degli Stati Uniti, che da molto tempo lotta affinché vengano riconosciuti i suoi diritti in quanto persona intersessuale. Questa battaglia è nata dal momento in cui non ha potuto ricevere un documento di viaggio per non aver selezionato una casella tra “maschio” e “femmina”.

Zzyym è probabilmente la prima persona che ha ricevuto tale documento nella storia degli Stati Uniti. La sua lotta è stata portatrice di vittoria per tutti coloro che non si riconoscono nelle obsolete norme societarie per quanto riguarda l’identità di genere. Da adolescente, Zzyym si identificava come un ragazzo. Il tribunale, dopo svariati interventi di chirurgia estetica, non ha comunque mai riconosciuto il suo genere a livello legale, seppur Zzyym abbia servito il suo paese nella Marina come maschio.

Su questa vicenda è intervenuto anche Ned Price – portavoce alla Casa Bianca – che ha sottolineato l’impegno dello stato americano al fine di promuovere i diritti delle minoranze che non si riflettono all’interno delle canoniche identità di genere nonché sessuali. Inoltre, l’inviato degli Stati Uniti per i diritti delle persone LGBT+, Jessica Stern, ha parlato di questa vicenda come “storica e celebrativa”, sottolineando il fatto che vedere riconosciuta la propria identità di genere è un passo in avanti per quanto riguarda la dignità e il rispetto dell’individuo.

Questa notizia trapela in contemporanea con l’abrogazione del Ddl Zan da parte del Senato, che prevedeva una maggior tutela delle persone della comunità LGBT+ all’interno della società, proponendo per la prima volta nella storia italiana una legge contro l’omotransfobia.

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