“I romani? Topi di fogna” disse Grillo, ma a Roma i ratti veri si nascondono nelle auto. E mangiano i fili elettrici

Il Comune di Roma, come molti altri del resto, non se la passa bene in termini di igiene. I cinghiali subiscono la concorrenza dei ratti per le strade.

Getty Immages/Stefano Montesi

Il problema non è dell’ultima ora: già da qualche anno i cuginetti americani ci avevano messo in guardia. Se l’automobile, all’improvviso, va in panne potrebbe non essere sempre e solo colpa nostra o del nostro partner che la usa troppo senza fare adeguata manutenzione. Talvolta la responsabilità potrebbe essere di qualche inquilino “abusivo” particolarmente attratto dai cavi del nostro veicolo. Stiamo parlando dei topi. Finché accadeva negli Stati Uniti, ci sembrava una favoletta metropolitana forse anche un po’ ingigantita. Ora che i roditori hanno iniziato a rosicchiare i cavi e danneggiato il sistema elettrico di molte auto della Capitale, iniziamo a preoccuparci. La giornalista Rita Pinci ha vissuto in prima persona questa situazione. La donna – ha raccontato –  abita in una zona ad alta densità abitativa, con pub e ristoranti, dove i cassonetti si riempiono subito e i topi arrivano a decine

 Gianluca Zucchet – titolare della ditta di derattizzazione Zucchet Italia – spiega: “In autunno e inverno, per sopportare le temperature più rigide, i topi entrano nel vano motore delle macchine per cercare riparo. Avviene in particolare dove c’è un’infestazione molto pronunciata. Una volta all’interno, poi, i roditori devono risolvere il problema dei denti che crescono in continuazione. Quindi  iniziano a rodere le parti in plastica dura come le guaine dei cavi elettrici o le vaschette del tergicristallo e del refrigerante“. Così si crea il danno, che può costare al proprietario della macchina anche migliaia di euro : dipende da quali cavi vengono rotti e dal modello dell’auto. E il problema non è solo economico e , ovviamente, igienico ne va anche della salvaguardia dei cittadini: perché i ratti possono anche entrare nell’abitacolo delle auto passando per il filtro dell’aria condizionata. E se ne sbuca uno all’improvviso mentre la persona sta guidando, rischia – per lo spavento – di andare a sbattere e rimetterci la vita. Il rimedio sarebbe abbastanza semplice: la derattizzazione della zona in cui si parcheggia abitualmente. Zucchet puntualizza: «Nelle ville private la possono fare i cittadini, ma se la macchina è parcheggiata sul suolo pubblico la dovrebbe fare il Comune di Roma, cosa che non fa abitualmente». Insomma tra cinghiali per le strade e topi che danneggiano le auto, il sindaco uscente Virginia Raggi – che il Movimento Cinque Stelle sperava di vedere riconfermata per altri cinque anni – lascia Roma in ginocchio.

In questi cinque anni Raggi sembra aver voluto mettere un velo sul problema dei ratti che, progressivamente – non incontrando ostacoli – hanno preso piede in città. Tempo fa si era parlato di un accordo con “El Sorzòn”, nota ditta di deratizzazione del Trevigiano che – secondo quanto dichiarato dal titolare Massimo Donadon – sarebbe stato contattato dal campidoglio per risolvere il problema. Parole prontamente smentite dalla giunta capitolina, probabilmente molto attenta alla parte più ecoanimalista dell’elettorato. Nel frattempo i sorci hanno “marciato” su Roma risalendo dalle fognature per sbucare dai gabinetti degli appartamenti dei privati cittadini. Senza mai disdegnare i cassonetti traboccati di immondizia attorno a cui scondinzolare per farsi riprendere dai ragazzini che, a distanza di due metri neanche, giocavano a pallone. Nel frattempo, in tutto questo, secondo l’ottica del co-fondatore dei Cinque Stelle, Beppe Grillo, i veri “sorci” sarebbero diventati i romani che non hanno sostenuto per la seconda volta Virginia Raggi. In un poema in romanesco dedicato all’ormai ex sindaco, Grillo definiva i romani “gente de fogna

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