Messina, 72 lavoratori trattati come feccia “Io grande capo dominante”. E il nobile finisce sotto processo

Rinviato a giudizio il fondatore di Straberry, accusato di sfruttamento e minacce ai dipendenti della sua azienda. “Io grosso capo, capo grande, maschio dominante, tu n… di m…”

 

Chi è Guglielmo Stagno D’Alcontres? È nato a Messina nel 1988, da una famiglia nobile, ha frequentato l’università Bocconi ed è il fondatore di StraBerry, un’azienda start up di serre fotovoltaiche sui terreni di Cascina Pirola e Cassina Dè Pecchi, a Milano, per la coltivazione di frutti come fragole, mirtilli, lamponi e more, che vengono poi venduti in giro per la città utilizzando le Apecar. 

L’idea imprenditoriale di Stagno D’Alcontres era anche innovativa, ben veduta e all’avanguardia. Riconosciuta per la tecnologia, la qualità e la vendita diretta al cliente di prodotti a km 0, anche dalla Coldiretti – associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana – che per due anni l’ha premiata con l’Oscar Green, come azienda innovativa e attenta alla sostenibilità ambientale. 

Guglielmo era ancora uno studente della Bocconi quando ha lanciato la StraBerry, prima sognava di lavorare in banca. Nei campi, comunque, lui non ci ha mai lavorato. Le recenti indagini della Guardia di Finanza hanno fatto emergere dettagli inquietanti sull’azienda e soprattutto sul suo fondatore. Guglielmo Stagno D’Alcontres sembrerebbe un vero e proprio schiavista: abusando del suo potere, trattava i suoi dipendenti come feccia. 73 lavoratori nordafricani, che venivano sorvegliati a vista in un clima di terrore e trattati da animali: “io grosso capo, capo grande, maschio dominante, tu n… di m… Tu raccogli trenta casse di fragole per 4 euro l’ora, altrimenti questo lavoro lo perdi, non lavori più.” Per chi si fermava un attimo, per bere o fare una pausa: “animale africano di m.. che stai facendo?”

Ora, con l’accusa di caporalato la pm ha rinviato a giudizio Guglielmo Stagno d’Alcontres e con lui anche la madre e per la responsabilità amministrativa degli enti, anche la Società agricola Cascina Pirola srl. I 73 lavoratori sono stati sottoposti a condizioni di sfruttamento e minacce. In un’intercettazione si sente Stagno d’Alcontres dire: “con loro devi lavorare in maniera tribale“. E stabiliva poi come punirli, a seconda degli errori commessi. L’azienda è ora tornata sotto sequestro e il gup Fabrizio Filice fisserà a breve la data dell’udienza preliminare.

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