I parchi divertimento si ribellano a Draghi: arrivano i primi no al Green Pass

Non tutti osservano scrupolosamente il Decreto del Premier Mario Draghi circa l’obbligo del Green Pass. I ribelli sono in tanti e non solo tra i ristoratori.

Getty Immages/Sean Gallup

Dal 6 agosto è entrato in vigore l’obbligo del Green Pass per accedere ai tavoli interni di bar e ristoranti. Le proteste dei ristoratori e dei baristi non hanno tardato ad arrivare. Ma è necessario essere muniti di patentino verde anche per entrare nelle palestre, nelle piscine e nei parchi divertimento. Nonostante le acque delle piscine siano con il cloro, infatti, è molto difficile mantenere il distanziamento. Nota dolente per molte famiglie con bambini che mal digeriscono l’obbligo del premier Mario Draghi. Per ottenere il Green Pass – ricordiamo – non è necessario vaccinarsi. Basta anche semplicemente l’esito di un tampone – sia quelli molecolari sia quelli rapidi che si trovano in farmacia – eseguito da non oltre 48 ore. A lamentarsi, tuttavia, non solo gli utenti. Anche i gestori delle attività temono un notevole calo di fatturato. E così, a fronte di molti che rispettano le norme alcuni hanno deciso di agire di testa propria.

E’ il caso del Parco acquatico Cavour di Valeggio sul Mincio – Verona – che sulla propria pagina Facebook ha comunicato espressamente che a tutti – con Green Pass o senza – continuerà ad essere consentito l’ingresso. Sulla pagina social si legge: “A seguito di una più approfondita e corretta interpretazione del DL 105, in particolare dell’art.3 comma 1 lettera D, comunichiamo che a partire da domenica 8 agosto non verrà richiesto il Green Pass per l’accesso al Parco Cavour. L’intera area acquatica sarà disponibile per tutti, senza alcuna distinzione“.

Stessa storia anche alle Caravelle di Savona, il parco acquatico più grande della Liguria. I gestori hanno fatto sapere che non richiederanno il Green Pass in quanto non hanno intenzione di trasformarsi in controllori. Musica completamente diversa al MagicLand di Valmontone, a Roma. Il parco divertimenti più imponente del Centro-Sud Italia ha allestito un hub dove è possibile sottoporsi ai tamponi rapidi e, ovviamente, potrà entrare solo chi risulterà negativo. Le piscine – o, in questo caso i parchi acquatici – che violano le norme del Decreto sono passibili non solo di multe – dai 400 fino ai 1000 euro – ma anche di chiusure.

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