Scompare nel bosco a due anni: Nicola Tanturli ritrovato dopo 24 ore di paura

Nicola Tanturli, poco meno di 2 anni, è scomparso ieri dalla casa di famiglia a Campanara di Palazzuolo sul Senio, nell’Alto Mugello. Oltre 200 volontari sono stati impegnati nelle ricerche del piccolo, concluse poco fa con il suo ritrovamento e rese complesse dalle caratteristiche del territorio, particolarmente impervio e caratterizzato da una fittissima vegetazione. 

nicola tanturli
Nicola Tanturli con il Maresciallo Porfida

Nicola Tanturli, il bambino di quasi due anni scomparso nella giornata di ieri, martedì 22 giugno, dalla casa dei genitori a Campanara di Palazzuolo sul Senio, una località della Città Metropolitana di Firenze, isolata nell’area dell’Alto Mugello, è vivo ed è in buona salute. La bella notizia, arrivata pochi istanti fa, racconta del buon esito delle ricerche, che nella mattinata di oggi erano ripartite dopo i vani tentativi di ieri. Ricerche rese particolarmente complesse dalle caratteristiche della zona: “Questa è un’area piena di boschi, vasta vari chilometri quadrati, dove addirittura i cacciatori di cinghiali hanno difficoltà ad entrare. E’ un’area quasi vergine dal punto di vista della presenza umana, molto difficile. Ma noi qui dobbiamo lavorare“, aveva spiegato questa mattina Gian Piero Philip Moschetti, sindaco della cittadina, che ha deciso di prendere parte alla riunione tenutasi al campo base di Quadralto per programmare le nuove operazioni.

Ad individuare per primo Nicola, precipitato all’interno di un burrone a circa due chilometri e mezzo da casa sua, è stato Giuseppe Di Tommaso, inviato della trasmissione di Rai1 La Vita in Diretta. Il giornalista ha sentito alcuni lamenti provenire dalla scarpata ed ha immediatamente avvertito i Carabinieri, che pochi minuti dopo si sono calati per soccorrere Nicola. Tra i primi a riabbracciare il piccolo il Maresciallo Porfida, comandante della stazione locale che da ieri ha coordinato i soccorsi e le ricerche del bimbo.
Subito dopo il salvataggio, il piccolo è stato trasferito all’ospedale Meyer di Firenze per effettuare una serie di accertamenti: le sue condizioni di salute, in ogni caso, appaiono buone. Prima del trasferimento in ospedale, Nicola ha potuto abbracciare i suoi genitori, commossi e felici: “Mamma” è stata la prima parola che il bambino ha pronunciato di fronte ai militari che lo hanno trovato.

Durante la notte, l’area era stata sorvolata da un aereo militare dotato di termoscanner, le cui spedizioni hanno però dato esito negativo anche dopo l’utilizzo di una tecnologia a infrarossi. Nel frattempo, a terra, erano ripartite le ricerche dei volontari, impegnati in una vera e propria corsa contro il tempo che – però – si temeva potesse essere partita in ritardo: secondo le prime ricostruzioni, infatti, i genitori di Nicola si sarebbero accorti della sua assenza soltanto intorno a mezzanotte, quando hanno fatto ritorno a casa dalla stalla dove si erano recati per dare da mangiare agli animali: il piccolo era stato messo a letto dalla mamma poco dopo le 19 di lunedì. Poi la donna, insieme al marito e al figlio maggiore, di quattro anni, era uscita dal casale per recarsi nell’area agricola adiacente all’abitazione, dove aveva cominciato ad occuparsi dell’orto e degli animali presenti. Soltanto attorno a mezzanotte, facendo ritorno in casa, i genitori si erano accorti dell’assenza di Nicola.

La coppia – che vive in un casolare e gestisce un’azienda di apicoltura con annesso un piccolo allevamento di capre e di oche – ha cominciato a cercare il bambino in casa, nei casolari nei dintorni e, con l’aiuto degli altri residenti della zona, hanno proseguito le ricerche per tutta la notte. Soltanto con l’arrivo delle prime luci dell’alba, disperati, avrebbero chiesto aiuto ai Carabinieri – a quasi 9 ore dal momento in cui avevano notato la sua assenza – che hanno fatto immediatamente cominciare le ricerche a largo raggio.

In tutto, sono stati quasi 200 i volontari che hanno preso parte alle ricerche, organizzati in una ventina di squadre coadiuvate da cani molecolari.  “Indizi ne abbiamo tantissimi, ma dobbiamo trasformarli in una pista fisica, sul sentiero da seguire. Il bambino si è allontanato da solo: mentre in un ambiente urbano questa è una cosa occasionale, dal punto di vista nostro non lo è. Qui siamo una comunità sparsa. Noi abbiamo le porte delle case aperte“, aveva detto ancora, in mattinata, il sindaco Moschetti, lasciando trapelare una speranza che, fortunatamente, si è poi rivelata fondata.

La scomparsa del piccolo Nicola non può non far tornare alla mente Denise Pipitone, scomparsa – in circostanze profondamente differenti – nel 2004 a Mazara del Vallo all’età di 4 anni: un caso ancora aperto e tornato recentemente di stretta attualità. La speranza è che, nonostante le molte differenze, l’esito delle due storie possa essere analogo.

 

 

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