Covid, l’idea di Crisanti: “I cittadini devono essere geolocalizzati”

Dopo il fiasco dell’app Immuni per monitorare gli spostamenti dei cittadini, Andrea Crisanti avanza una proposta simile: seguire i cittadini con la localizzazione.

Crisanti proposta 6 giugno 2021 leggilo.org
Getty Images/Emanuele Cremaschi

Sono stati 51 i morti per Covid registrati nelle ultime 24 ore contro i 57 di ieri. ha reso noto il Ministero della Salute. I positivi sono stati 2.275, un dato che risulta in lieve diminuzione rispetto ai 2.436 di ieri. Risultano essere  774 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 14 in meno rispetto a ieri nel saldo quotidiano tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono stati 20,  lo stesso numero di ieri. I ricoverati nei reparti ordinari sono 5.193, con una flessione di di 230 unità. Ieri il calo era stato di 295. In isolamento domiciliare ci sono 186.535 persone, in flessione di 2.853 rispetto a ieri.

L’idea di Crisanti

Dopo che l’app Immuni per il tracciamento degli infetti si è rivelata un vero e proprio fallimento, il professor Andrea Crisanti torna con una proposta che tira nuovamente in ballo il tracciamento dei cittadini tramite la geo localizzazione del proprio smartphone – ormai posseduto praticamente da tutti – per limitare la diffusione del Coronavirus. “Senza tracciabilità e controlli sul Covid, la strada è aperta per qualsiasi variante“, l’ammonimento lanciato dal virologo che si dice molto preoccupato per le riaperture. Secondo il medico, non è da escludere la possibilità che in estate il virus torni a “viaggiare” per il paese senza che le catene di contagio possano essere ricostruite in alcun modo dalle autorità sanitarie. Da qui, la proposta del professor Crisanti di tornare praticamente a valutare l’app Immuni che – secondo il medico – ha fallito solo per colpa della legislazione sulla privacy.

“Nel nostro Paese vengono eseguiti poco più di 200 mila tamponi al giorno, contro gli 800 mila dell’Inghilterra, un numero insufficiente per avere una fotografia reale dei contagi, che comunque sono in calo”, spiega ai microfoni di Rai Uno il virologo che propone una soluzione meno invasiva dell’app proposta ai tempi della seconda ondata. “Il ritorno d’attualità dell’App Immuni è dovuto proprio alla necessità di un maggiore tracciamento del virus. Immuni non ha funzionato perché incarcerata in una serie di disposizioni legislative che l’hanno resa inefficace”, ricorda il medico che propone piuttosto un sistema per tracciare i cittadini qualora entrino in un qualsiasi luogo pubblico tramite la geolocalizzazione. “Mi sembra un compromesso accettabile”, riflette il professore. Al momento, il Governo è fiducioso nei confronti di una risoluzione della pandemia grazie al vaccino anche se non tutti i medici sono così ottimisti.

 

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