Il fratello dell’uomo pestato a Latina, per noia “Non tornerà più quello di prima”

Sul caso del pestaggio di Sezze interviene anche Michele Spina, Questore di Latina: “C’è stata omertà nel raccontare lo svolgimento dei fatti“. 

Il fratello dell’uomo pestato a Sezze – YouMedia

No, non si riprende. Speriamo, con l’aiuto di Dio, ma non credo, perché sta male“. Queste le parole che descrivono il gravissimo stato di salute dell’uomo massacrato di botte, apparentemente senza alcuna ragione, da due giovanissimi a Sezze, in Provincia di Latina il 30 marzo scorso. A pronunciarle è Victor, il fratello dell’uomo, raggiunto da YouMedia, alle quali indica il luogo in cui si è consumata l’inusitata violenza. “Non lo riesco a vedere bene, non tornerà normale, come era prima“, dice ancora, affranto. “Ha un buco, qui, sulla testa“, racconta indicando una parte del cranio. “Un buco come un pallone“.

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Victor racconta tutta la propria disperazione, vissuta in questo periodo in cui ha cercato di stare vicino al fratello, ricoverato in ospedale. “Me lo hanno proprio ammazzato. Io ormai non posso dormire, sono 40, 50 giorni che non dormo. Sto da solo, prima vivevo con lui“, spiega ancora. Non si capacita di come possa essere accaduto un episodio tanto assurdo: “Anche se era ubriaco, se beveva o era ubriaco…lo hanno picchiato in mezzo alla strada!“. Uno dei due aggressori, dice ancora il fratello della vittima, praticava arti marziali: “Questo ragazzo che l’ha colpito più forte fa kick boxing. Lo ha colpito alla gola, lasciandolo senza respiro“.

Sul caso è intervenuto anche il Questore di Latina Michele Spina, che ha sottolineato la gravità dell’aggressione: “Senza alcuna ragione, per noia, cioè per sfogare la loro violenza, hanno prima provocato questa persona – che era in stato di ubriachezza e quindi era vulnerabile, non era in grado di difendersi – lo hanno colpito con uno schiaffo e un pugno violentissimo: è caduto, ha battuto la testa e si è fratturato il cranio“. Una violenza che poteva uccidere l’uomo, che come spiega ancora il Questore “è stato in pericolo di vita. Oggi sta ancora molto molto molto male“.

Altrettanto sconcertante la reazione da parte di un gruppo di persone che – presenti al momento del pestaggio e consapevoli dell’accaduto – non hanno partecipato alla ricostruzione della verità. “Ma la cosa più grave è che a questo fatto hanno assistito delle persone. Che sebbene abbiano chiamato i soccorsi perché questa persona venisse accompagnata in ospedale, non hanno raccontato i fatti nell’immediatezza. Quindi per molti giorni si è creduto ad una caduta accidentale“, dice ancora Spina, che accusa senza mezzi termini: “C’è stata omertà nel raccontare lo svolgimento dei fatti: molte persone che avrebbero potuto aiutarci non l’hanno fatto“.

Una circostanza che rende ancor più dolorosa la vicenda, anche per il fratello della vittima: “Mi dispiace troppo, perché c’erano 20 persone, che hanno sentito. Ed è già tanto se ne hanno trovata una o due che abbia detto la verità“, conclude amaramente Victor.

 

 

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