Si ribella alle chiusure, il Comune non perdona: rischia di chiudere per sempre

Nei mesi delle restrizioni, Momi El Hawi aveva mantenuto aperta la propria pizzeria, anche in zona rossa, diventando uno dei leader del movimento IoApro. Ora il suo locale rischia di chiudere per sempre.

leader ioapro
Momi El Hawi/Facebook

Chiusura definitiva e revoca della licenza: è questo il rischio, concreto, cui va incontro Momi El Hawi, titolare della pizzeria “Da Tito“, di Firenze e leader del movimento “IoApro“, la campagna di protesta che nei mesi scorsi ha animato migliaia di ristoratori contro le chiusure imposte dalle limitazioni anti-Covid. El Hawi, nonostante le regole lo proibissero, ha ripetutamente tenuto aperta la propria attività, noncurante delle multe e dei richiami delle autorità; è addirittura arrivato al punto di rompere i sigilli posti al locale dalle Forze dell’Ordine.

Ripetute violazioni che ora rischiano di costargli molto care: il Comune di Firenze, infatti, “d’intesa con la prefettura“, ha avviato un procedimento che potrebbe portare alla serrata definitiva del locale. In una nota diffusa da Palazzo Vecchio si legge che l’amministrazione ha predisposto gli atti “necessari per la chiusura definitiva dell’attività”.

El Hawi era diventato famoso per le sue aperture fuori dalle regole: il suo locale in Via Baracca era rimasto in attività per molte volte anche durante la zona rossa, e lo stesso ristoratore era stato protagonista di proteste e contestazioni contro le decisioni del Governo.

Ora l’amministrazione – che ha già notificato l’azione intrapresa al titolare della pizzeria – fa sapere che le violazioni le iniziative prese nei confronti dell’attività riguardano “la reiterata inosservanza dell’obbligo di rimanere chiuso e la rimozione dei sigilli apposti al locale, chiara manifestazione del dispregio delle regole di condotta a presidio della salute e della sicurezza pubblica e dei criteri di leale concorrenza che dovrebbero orientare il comportamento non solo di chi opera in un delicato settore del commercio pubblico ma di qualunque cittadino“.

Dal canto suo, El Hawi si è sfogato in una diretta Facebook: “Le multe sono illegittime“, ha affermato, prima di accusare lo stesso social network per aver bloccato alcune delle sue dirette. “Non c’è più libertà di espressione“, ha attaccato. Critiche anche al Sindaco di Firenze Dario Nardella, accusato di aver tenuto un comportamento non corretto: “Perché non andate alle Cascine a vedere quelli che spacciano?“, ha provocatoriamente chiesto il ristoratore, che ora avrà dieci giorni di tempo per depositare i documenti in propria difesa. E annuncia che non cederà: è infatti pronto a considerare, insieme ai propri legali, se vi siano gli estremi per denunciare una violazione della privacy dovuta alla diffusione della notizia della notifica ricevuta dal Comune.

 

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