Caso Grillo, i testimoni indecisi: ai verbali una versione, ai media un’altra

 

Dall’istruttrice di kite surf al proprietario del B&B dove alloggiava Silvia – la ragazza che ha accusato Ciro Grillo di stupro di gruppo: le dichiarazioni dei testimoni ai media fanno molto discutere. Soprattutto perché non sembrano combaciare con le versioni fornite inizialmente ai Carabinieri.

 

Il caso Grillo continua a far parlare di sé. Il figlio di Beppe Grillo, Ciro, nel luglio del 2019 è stato accusato da una ragazza di stupro di gruppo insieme ad altri tre amici della Genova bene. Tutto sarebbe avvenuto il 17 di quel mese ad Arzachena, in Costa Smeralda.
A portare la vicenda in primo piano recentemente è stato proprio il garante del Movimento 5 Stelle grazie ad un video in difesa del figlio postato su Instagram.
Da quel momento il caso giudiziario si è trasformato così in un caso mediatico, seguito attentamente da giornali e televisione in ogni suo nuovo risvolto. Proprio in questo risiede il problema: sembra che le versioni che i testimoni avevano fornito inizialmente ai Carabinieri siano diverse da quelle raccontate ai media o durante le ospitate nei talk in tv.

La testimonianza di Francesca Brero, l’istruttrice di kite surf

La prima tra i testimoni del caso Grillo a non convincere è quella di Francesca Brero, istruttrice con cui Silvia aveva avuto lezione di kite surf proprio il giorno dopo della serata con Ciro e gli amici. Ai Carabinieri il 27 agosto 2019 Brero ha dichiarato di aver visto la ragazza euforica ed entusiasta della propria performance. “Escludo che abbia manifestato comportamenti tipici di una persona sotto gli effetti di alcolici, perché non le avrei consentito di iniziare la lezione“, ha aggiunto.
Decisamente diversa però è stata la versione raccontata a “Il Corriere della Sera” di domenica 9 maggio 2021. L’istruttrice racconta di una ragazza in “semi hangover“. “Mi è sembrata stonata, di quelle ragazze che arrivano stanche a fare la lezione, di sicuro non lucida“, ha detto. Sicuramente non un buon presupposto per ottenere una grandiosa performance con il kite surf come aveva inizialmente dichiarato. “Se non ricordo male non ce l’ha fatta a finirla“, ha infatti commentato l’istruttrice al giornale. E poi, ricorda di una confidenza sulla sera prima: “Mi ha detto che avevano bevuto parecchio, come le ragazze di quell’ età che fanno le sei del mattino. Arrivano stanche e lei lo era sicuramente molto“.

Ciro Grillo testimoni

Le parole di Marco Grusovin

Anche la versione di Marco Grusovin, l’altro istruttore, è cambiata rispetto a quella fornita nei verbali dell’agosto 2019. Grusovin ha spiegato di di conoscere Silvia J. da un anno, e per questo di avere con lei un certo grado di confidenza. Tanto che la ragazza gli aveva raccontato anche di un precedente stupro avvenuto in Norvegia.
Un racconto “confuso e contraddittorio” secondo i verbali, ai quali l’istruttore non ha creduto né dato peso. Ma ecco che durante la puntata dello scorso 7 maggio di Quarto Grado le parole di Marco ribaltano la situazione: secondo l’istruttore il giorno dopo l’accaduto Silvia era “dolorante e molto confusa” e proprio per questo Grusovin non avrebbe mai messo in dubbio le sue parole ma anzi ha insistito con i consigli.

Ciro Grillo testimoni

La coppia di gestori del B&B:

Anche la coppia dei gestori del Bed&Breakfast dove Silvia alloggiava con l’amica hanno fornito dichiarazioni controverse. Ai Carabinieri di Olbia nel 2019 Maika Pasqui aveva dichiarato di aver visto le due ragazze “molto serene“, parole confermate anche dal fidanzato Daniele Ambrosiani che avrebbe parlato di ragazze “felici” al rientro nel B&B.
Sono del 25 aprile del 2021 le parole dello stesso Ambrosiani che, ospite a “Non è l’Arena”, ha fornito una versione diversa, che vede le due ragazze completamente cambiate dopo la serata. “Soprattutto la ragazza che abbiamo scoperto aver fatto la denuncia era diventata schiva. Era diventata molto riservata e più che altro triste“, ha detto in tv. Inoltre, poco tempo dopo, il 9 maggio sempre nello stesso studio, l’albergatore ha lamentato l’imprecisione del verbale. La parola “felici”  a suo dire non l’avrebbe mai usata. “Con gli inquirenti ho usato altri termini. Ho detto che sembravano due ragazze tornate da una nottataccia in giro“.

Probabile che per fare chiarezza sul caso Grillo i testimoni vengano nuovamente risentiti dagli inquirenti. Potranno così confermare oppure negare la propria versione fornita nell’ormai lontano 2019.

Leggi anche -> Caso Grillo, arriva Fabrizio Corona. Ha convinto un ragazzo a parlare

Leggi anche -> La ragazza non è stata costretta da nessuno a fare quello che ha fatto, dice l’amico di Ciro Grillo

Impostazioni privacy