Covid, altri 487 morti. Mesi prima di fare un vaccino e la protezione può durare meno del tempo di attesa

Una protezione di almeno sei mesi quella che garantiscono i produttori del vaccino Moderna. Tuttavia il siero può causare più effetti collaterali rispetto ad alcuni dei concorrenti.

moderna anticorpi
Getty Immages/Go Nakamura

Il Ministero della Salute informa che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – sono saliti di 17.221 unità e portano il totale a 3.717.614. Nelle ultime ventiquattro ore 487 morti e fanno salire le vittime a 112.861 e 20.229 guariti che raggiungono quota 3.060.411. Totale persone vaccinate:3.653.666.

I casi attualmente positivi scendono a 544.330, – 3507 rispetto a ieri. I pazienti ricoverati sono 28.851, -465 mentre in terapia intensiva 3663 assistiti, -20 da ieri.

Covid: Moderna protegge per sei mesi

Sei mesi: questa la durata della protezione del vaccino Moderna. Gli anticorpi indotti dal farmaco – sviluppato secondo la tecnologia mRna– sono risultati essere ancora presenti a distanza di 6 mesi  dalla somministrazione della seconda dose. Lo ha reso noto l’azienda stessa a seguito di uno studio che ha analizzato 33 adulti sani coinvolti nel trial di fase 1. Sono in corso anche altri studi per verificare un’eventuale durata degli anticorpi oltre i sei mesi nonché per capire se, con un richiamo vaccinale, fosse possibile estendere la protezione. Protezione, tuttavia – come ha più volte specificato l’istituto Superiore della Sanità – dalla possibilità di contrarre il virus in forma grave, non dal rischio di contagio. Anche dopo il vaccino – qualunque esso sia – è comunque possibile infettarsi o reinfettarsi e, di conseguenza, contagiare altre persone.

E le perplessità di molti Italiani aumentano. Sei mesi potrebbero apparire un periodo un po’ troppo scarso quando si è atteso parecchio più tempo per ottenere la tanto sospirata iniezione. Infatti nel nostro Paese la campagna vaccinale continua ad arrancare. Le dosi stentano ad arrivare e le reazioni allergiche obbligano l’EMA – L’Agenzia europea per il Farmaco – a mettere ulteriori freni che, seppur temporanei, non aiutano ad incalzare il ritmo. E’ da poco iniziata la vaccinazione di massa degli over 80 non residenti nelle Rsa. Pertanto per chi ha meno di 80 anni e non rientra in alcuna delle categorie ritenute prioritarie (sanitari, docenti, soggetti fragili) l’attesa si prospetta parecchio lunga.  Per questo sempre più persone, dopo aver compilato un modulo apposito, prendono un volo per la Serbia dove si può essere vaccinati a meno di 48 ore di distanza dalla richiesta e si può anche scegliere quale siero farsi inoculare.

Moderna sta anche lavorando per mettere a punto vaccini che funzionino anche sulle varianti del Covid. Al momento nel nostro Paese la variante Inglese sembra essere quella maggiormente diffusa e i vaccini ad oggi disponibili non risultano essere efficaci. Ma, in questo caso – in base a due recenti studi – il farmaco  sembra provocare maggiori effetti collaterali rispetto ad alcuni dei vaccini concorrenti. In questi giorni ci si sta molto concentrando sui possibili effetti collaterali di AstraZeneca ma i ricercatori dei CDC statunitensi hanno esaminato i dati raccolti tramite V-SAFE, che utilizza messaggi  e sondaggi web da parte di coloro a cui erano stati somministrati i vaccini anti Covid. di Moderna e Pfizer. E’ emerso che, dopo la prima dose,  il 73,9% di coloro ai quali era stato inoculato Moderna segnalavano dolori o arrossamenti contro il 65,4% dei vaccinati con Pfizer-BioNTech. Inoltre il 51,7 % dei vaccinati con Moderna lamentava reazioni come mal di testa, febbre o brividi rispetto al 48% dei destinatari di Pfizer. E la disparità tra i due vaccini è aumentata dopo la seconda dose. Non è chiaro il motivo per cui gli effetti collaterali di Moderna superino quelli del Pfizer in quanto entrambi sono vaccini mRNA.

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