Covid, 21.932 nuovi casi, 481 morti. “Se volete evitare di finire in ospedale Aspirina ed Aulin ai primi sintomi”

Uno studio ha determinato che una terapia domiciliare a base di antinfiammatori e analgesici, può abbattere significativamente il rischio di ricovero per Covid.

covid aspirina aulin
Getty Immages/Marcelo Hernandez

Il Ministero della Salute informa che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – sono saliti di 21.932 unità e portano il totale a 3.629.000. Nelle ultime ventiquattro ore 481 morti che fanno salire le vittime a 110.328 e 19.620 guariti che raggiungono quota 2.953.377. Totale persone vaccinate: 3.318.983.

I casi attualmente positivi salgono a 565.295, + 1816 rispetto a ieri. I pazienti ricoverati 28.704, -245 mentre nelle terapie intensive 3704 assistiti, +23 da ieri.

Covid: Aspirina e Aulin potrebbero scongiurare il ricovero

Nel novembre 2020 un gruppo di medici e ricercatori dell’Azienda Sociosanitaria Territoriale – Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, mise a punto un nuovo protocollo per il trattamento domiciliare dei pazienti in attesa del tampone e, quindi, potenzialmente infettati dal Coronavirus. Il dottor Giuseppe Remuzzi – direttore scientifico dell’Istituto Mario Negri – insieme ad altri medici tra cui Norberto Perico, Monica Cortinovis e al professor Fredy Suter, specificarono l’importanza di iniziare a curarsi prima dell’esito del tampone. La sperimentazione fu condotta su 50 persone positive al Covid e con sintomi, che, curate in casa, guarirono senza bisogno del ricovero in ospedale.

Il protocollo, naturalmente da eseguirsi sotto stretto controllo medico e mai “fai da te”, prevedeva l’utilizzo di farmaci di uso comune come l’Aspirina e l’Aulin. Solo in casi di sintomi particolarmente severi si ricorre al cortisone.Questa terapia domiciliare fu osteggiata durante la prima fase della pandemia. Tuttavia, nel giro di pochi mesi, si scoprì che uno dei farmaci sopra menzionati – il desametasone – è in grado di abbattere significativamente la mortalità dei pazienti Covid. Ora un team più ampio di ricercatori italiani ha condotto un studio di coorte retrospettivo per verificare l’efficacia del protocollo Negri. La ricerca – conclusasi a gennaio 2021 – ha coinvolto 180 pazienti. Sono stati messi a confronto gli esiti clinici di 90 pazienti trattati con la terapia dell’istituto Mario negri con quelli di altri 90 soggetti sottoposti ad altri regimi terapeutici, come quello “standard”, che prevedeva paracetamolo, messo poi al bando dai giudici ma non prima di marzo 2021, quando in Italia i morti avevano sfiorato quasi quota 100mila.

La ricerca ha messo in luce che, dei 90 pazienti trattati col protocollo Negri, solo il 2,2% ha avuto bisogno del ricovero in ospedale contro il 14,4% di quelli trattati con altre terapie . E, anche in caso di ricovero, cambiano notevolmente i giorni di permanenza: 44 per i pazienti trattati con Aspirina e Aulin contro i 481 delle persone curate con altri farmaci. Tuttavia il gruppo trattato con il protocollo Negri ha impiegato, in media, 18 giorni a guarire dai sintomi principali dell’infezione contro i 14 giorni dell’altro gruppo di pazienti. In pratica la terapia Aspirina-Aulin agisce significativamente sul rischio di ospedalizzazione ma non sulla sintomatologia. Non sui sintomi più rilevanti, quantomeno. Su quelli secondari – come i dolori articolari – invece, sembra apportare benefici:solo il 23,3% dei pazienti curati con il protocollo Negri li hanno accusati a lungo contro il 73,3% degli altri assistiti.

Al momento i risultati della ricerca non sono stati ancora sottoposti a revisione paritaria e, dunque, manca ancora la pubblicazione su una rivista scientifica a certificarli. Se il protocollo del Mario Negri ottenesse la validazione della comunità scientifica potrebbe rappresentare un bel passo avanti. In primis, riducendo il rischio di ricovero, si darebbe un po’ di respiro agli ospedali e, in particolare, alle terapie intensive. E, considerando che la situazione degli ospedali è uno dei criteri che determinano le restrizioni, riuscire a curare – e guarire – i pazienti a casa, potrebbe anche comportare misure meno rigide con un conseguente impatto positivo sull’economia. In secondo luogo un protocollo domiciliare sicuro ed efficace, potrebbe rappresentare anche un supporto ai vaccini anti Covid i quali non tutelano al 100% dalla possibilità di infettarsi o reinfettarsi.

 

 

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