“Mi ha detto l’infermiere di fare una flebo a nonna” disse Benno, ma non era vero

Il caso di Benno Neumair, il giovane che ha ucciso i genitori e confessato il delitto, si infittisce. La sorella ha un sospetto decisamente agghiacciante. 

 

Sembrava un caso risolto con tanto di confessione e invece quello di Benno Neumair continua a far discutere non solo i cronisti ma anche i responsabili delle indagini sul trentenne che ha – per sua stessa ammissione – assassinato prima il padre Peter e successivamente la madre Laura Perselli con una fune da scalata in preda ad un raptus di rabbia incontenibile. Il ragazzo che pure ha già fugato i dubbi degli inquirenti sulla dinamica dei fatti permettendo anche di scoprire che fine avessero fatto i cellulari dei genitori potrebbe essere protagonista di un altro delitto avvenuto a breve distanza temporale dal duplice omicidio della madre e del padre. A puntare il dito contro Benno Neumair sono la sorella Madè ed una badante di casa Neumair.

La ragazza – già testimone di episodi violenti del fratello – sostiene di avere un tremendo sospetto sul giovane trentino. Per approfondire questa accusa, serve però un antefatto sul caso: la nonna di Benno Neumair era gravemente malata nel periodo immediatamente precedente all’omicidio al punto da necessitare di una badante. Secondo il programma televisivo “Chi l’ha visto”, la sorella Madè avrebbe dei sospetti anche sul decesso dell’anziana parente: la ragazza è convinta che l’11 novembre, Benno abbia rubato una boccetta di anestetico dal suo dentista per poi utilizzarla per un terzo omicidio. “Voleva a tutti i costi fare una flebo alla nonna”, racconta la badante dell’anziana che avrebbe sorpreso il ragazzo impegnato a somministrare una flebo alla donna. Benno avrebbe insistito per effettuare personalmente la procedura medica sostenendo di aver già parlato con un infermiere riguardo le cure da somministrarle e la badante avrebbe riferito quanto accaduto a Madè Neumair. Sembra che l’infermiere non diede alcuna autorizzazione a Benno di occuparsi delle flebo. L’anziana che – forse non per una coincidenza – sarebbe deceduta poco tempo dopo l’episodio.

Sempre stando al racconto, nella stanza quando Benno ha praticato la flebo alla parente, ci sarebbe stata anche una zia del giovane che non lo avrebbe ostacolato. Ora, gli investigatori dovranno indagare anche su questo episodio: se fosse accertato il collegamento tra la visita di Benno alla parente ed il suo decesso – come testimoniano Madè e la badante – il ragazzo potrebbe trovarsi a carico un terzo omicidio. Nel frattempo, il pubblico ministero che segue il processo dello studente ha chiesto ed ottenuto una perizia psichiatrica sul ragazzo che sarà seguita da tre esperti selezionati dai magistrati. In questo modo, sarà possibile accertare se il racconto di Benno – che parla di un attacco di rabbia incontrollabile al momento dell’omicidio – è plausibile o se il 30enne sta solo cercando di farsi riconoscere come incapace di intendere e di volere.

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