Zone rosse e chiusure, questa volta tocca anche a saloni di bellezza, barbieri e parrucchieri

Governo Draghi al lavoro sulla bozza del nuovo Dpcm che, dal 6 marzo e per un mese, stabilirà le misure di contenimento dei contagi.

Il Governo Draghi lavora al nuovo Dpcm, ma le chiusure non cambiano
Mario Draghi/Thomas Lohnes/Getty Images

Comincia a prendere forma il primo, atteso Dpcm che Mario Draghi varerà nei prossimi giorni e che entrerà in vigore a partire dal prossimo 6 Marzo. Un testo pensato sulla base dei dati più recenti, preoccupanti agli occhi degli esperti, destinato a stabilire anche regole e restrizioni cui gli italiano dovranno adattarsi in vista delle festività di Pasqua. In questo senso, c’è attesa anche rispetto alle scelte che il Governo farà sulla possibilità di spostarsi verso le seconde case: l’orientamento attuale è quello di consentire – al solo nucleo familiare – di muoversi verso le seconde abitazioni con opzioni diverse in base al colore della Regione di appartenenza. Chi si trova in zona gialla, ad esempio, dovrebbe poter raggiungere il luogo di villeggiatura anche oltre in confini regionali e indipendentemente dal colore delle Regione di destinazione. Meno probabile, invece, che vengano consentiti spostamenti oltre i confini per chi viva in aree classificate come arancioni, arancioni rafforzate o rosse.

Musei, Cinema, Teatri

Stando alla prima bozza del provvedimento, potrebbero esserci novità in vista per musei, cinema e teatri, per i quali si sta ragionando sul 27 Marzo come possibile momento per le riaperture, senza per altro il vincolo – attualmente in vigore per mostre ed esposizioni – della chiusura obbligatoria nei  giorni festivi e prefestivi: “A far data dal 27 marzo, il sabato e i giorni festivi il servizio è assicurato a condizione che l’ingresso sia stato prenotato on line o telefonicamente con almeno un giorno di anticipo“, si legge nel testo. Stesso discorso per cinema e teatri, attività costrette da mesi ad uno stop totale e che “con posti a sedere preassegnati e distanziati e a condizione che sia comunque assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per il personale, sia per gli spettatori che non siano abitualmente conviventi“, potranno tornare al lavoro.

Bar e ristoranti

Per bar e ristoranti, invece, l’arrivo del primo Dpcm Draghi non dovrebbe cambiare in maniera sostanziale le cose: l’Esecutivo pare infatti orientato a confermare l’orario di chiusura attuale, fissato alle ore 18. “Le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite dalle ore 5,00 fino alle ore 18,00. Il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi“, recita la bozza.  Rimarrebbe ovviamente consentita per i ristoranti la vendita da asporto fino alle 22 e la consegna a domicilio senza limitazioni orarie, mentre per i bar anche queste due ultime attività dovrebbero continuare ad interrompersi alle ore 18.

Palestre e piscine

Anche per palestre e piscine, come anticipato dalle indicazioni che nei giorni scorsi il Comitato Tecnico Scientifico ha fornito al Governo, la situazione rimane per il momento bloccata: sospese tutte le attività, mentre  “l’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere svolte all’aperto presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, sono consentite nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento“. Prorogata fino al 6 aprile anche la chiusura di piste da sci e impianti di risalita. Una decisione che sancisce definitivamente l’annullamento totale della stagione.

Barbieri e parrucchieri

Novità arrivano invece per le attività come parrucchieri e saloni di bellezza, che si troveranno costretti a chiudere qualora la Regioni di appartenenza fosse inserita in zona rossa. Una scelta di maggior rigore rispetto allo scenario attuale, nel quale questo genere di attività vedeva garantita la possibilità di rimanere aperto indipendentemente dal livello di rischio del territorio.

Scuole

Infine, le scuole, con le superiori che potrebbero rimanere aperte con almeno il 50% degli alunni in presenza. Una decisione che dovrà ancora essere confermata dal Governo ma che per ora è prevista dalla bozza varata dall’Esecutivo. Il nuovo testo, stabilisce tra il 50 ed il 75% la presenza obbligatoria in classe degli studenti e aggiunge, rispetto alle misure attuali, un’ulteriore, ma non chiara prescrizione: “al fine di mantenere il distanziamento sociale, è da escludersi qualsiasi altra forma di aggregazione alternativa“, si legge nella bozza.

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