Omicidio a Genova, l’assassino ha infierito con 100 coltellate. Clara spinta in un corridoio, dove non ha avuto scampo

Le indagini sul caso di Clara Ceccarelli proseguono. Gli agenti hanno raccolto la testimonianza del padre della donna e completato l’autopsia, rivelando nuovi dettagli.

Clara Ceccarelli 23 febbraio 2021 Leggilo.org-2
Matteo Richetti Facebook

Si tengono manifestazioni contro il femminicidio davanti al negozio di Clara Ceccarelli a Genova, vittima di un brutale omicidio per il quale al momento è detenuto il reo confesso Renato Scapusi, suo ex compagno che da mesi la minacciava ed infastidiva nonostante fosse stato già sorpreso dalla Polizia a danneggiare il negozio della donna. Gli agenti stanno continuando le indagini, cercando l’arma del delitto – che Scapusi dice di aver gettato via senza però ricordare dove – e interrogando le persone vicine a Clara, tutte testimonianze che saranno fondamentali per provare che gli abusi psicologici andavano avanti da mesi prima che l’uomo arrivasse a concretizzare le sue minacce nel modo peggiore. Anche l’autopsia effettuata sul corpo di Clara Ceccarelli ha intanto provato l’efferatezza dell’omicida, deciso a non lasciare nessuno scampo alla sua vittima: la donna ha sul corpo i segni di circa 100 coltellate, sferrate contro petto, testa ed addome senza nessuna pietà. Scapusi – spiega il medico legale che ha completato gli esami – avrebbe spinto la sua ex compagna in un angusto corridoio durante l’assalto per essere sicuro che la donna non potesse lasciare viva il suo negozio di calzature.

Sulla dinamica del delitto sono emersi molti particolari agghiaccianti: un commesso che lavorava per Clara Ceccarelli ha testimoniato che Scapusi veniva spesso ad infastidire l’ex moglie ma che non avrebbe mai trovato il coraggio di entrare nel negozio a minacciarla quando erano presenti dipendenti o clienti della donna ed avrebbe appositamente atteso di trovarla da sola. Nel frattempo, il padre della vittima, Sergio, ha parlato con gli investigatori ed i cronisti per raccontare come quella relazione per Clara si fosse trasformata in un incubo senza via d’uscita: “Si erano conosciuti dodici anni fa ed io le dissi chiaro e tondo che quel Renato non mi piaceva. Mi avevano detto che aveva il brutto vizio del gioco. Lei però stava bene con lui, almeno all’inizio”, racconta l’uomo di 84 anni che quella relazione non l’ha mai digerita. Quando all’anziano padre della vittima viene chiesto se sapeva delle violenze psicologiche contro la figlia, risponde in questo modo: “Gli aveva dato il benservito, subito dopo cominciò con i dispetti. L’urina sulla saracinesca, l’auto rigata, la serratura della portiera rotta.. le telefonava di continuo, mattina e sera. Qualcosa deve averle fatto, lei non mi raccontava tutto”. 

Ma nemmeno l’uomo si aspettava che Scapusi andasse oltre i fastidi psicologici che stava procurando alla sua ex compagna da ormai un anno: “Si aspettava solo quei dispetti. Se avessimo saputo, se avessimo capito sarei stato ancora di più con lei, l’avrei accompagnata in negozio”. La storia di Clara Ceccarelli è analoga a quella di numerose altre donne che hanno subito violenze dai propri compagni o ex compagni fino ad arrivare al peggior epilogo possibile: “La panchina di fronte al suo negozio l’8 marzo sarà tutta dipinta di rosso. E’ un modo importante di ricordarla anche se di mia figlia mi manca letteralmente tutto”, conclude il racconto Sergio.

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