Giorgia Meloni insultata dal professore, oggi l’Università potrebbe licenziarlo

“Il rettore ha la mia testa a disposizione”, dice il professor Giovanni Gozzini dopo gli inaccettabili insulti rivolti alla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. 

Il professor Gozzini insulta Giorgia Meloni
Giorgia Meloni/Guglielmo Mangiapane/Getty Images

Prova a ingranare frettolosamente la marcia indietro Giovanni Gozzini, professore di Storia dell’Università di Siena, dopo le polemiche seguite ad una sua intervista radiofonica in cui definiva “vacca” e “scrofa” la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. E così arrivano le scuse e l’imbarazzo per parole fuori luogo che porteranno certamente ad una sanzione nei suoi confronti da parte dell’Ateneo toscano. Gozzini lo sa e fa sapere che “il rettore ha la mia testa a sua disposizione, il buon nome dell’università prima di tutto“. Si augura di non incorrere in “conseguenze gravi” ma, sottolinea, “era importante che al Rettore dessi la piena responsabilità“. Poi l’accademico cerca di difendersi, spiegando che – con quegli epiteti – non intendeva offendere nessuno e precisa che d’ora in avanti manterrà un profilo più basso: “Ora starò il più silenzioso possibile, meglio che io stia zitto“, ammette.

Il dipartimento dell’Università di Siena di cui Gozzini fa parte ha definito le sue parole “gravi e inaccettabili“, mentre il Rettore dell’Università di Siena Francesco Frati esprime una “condanna ferma per le parole usate dal professor Gozzini nei confronti di Giorgia Meloni, sia per il suo ruolo di parlamentare sia come donna. Espressioni con venature sessiste“, facendo sapere di aver portato personalmente le scuse dell’Ateneo alla leader di FdI. Oggi l’Università farà le valutazioni sul caso con il collegio di disciplina e proporrà una sanzione da infliggere a Gozzini al Senato accademico, che prenderà la decisione finale.

Intanto Giorgia Meloni viene raggiunta dal sostegno di tutto il mondo politico: gli attestati di vicinanza vanno dal Capo dello Stato Sergio Mattarella fino ai Presidenti di Senato e Camera Elisabetta Casellati e Roberto Fico. A loro si è aggiunto anche il Premier Mario Draghi, che ha espresso solidarietà a Meloni nel corso di una telefonata. Ma anche da forze politiche storicamente contrapposte a FdI piovono parole di sostegno, dal segretario PD Nicola Zingaretti al deputato di Leu Nicola Fratoianni, secondo cui “con le parole di odio, di sessismo e con gli insulti non si fa lotta politica“. Alla solidarietà nei confronti di Meloni si accoda anche l’Anpi, così come parole di condanna per le esternazioni di Gozzini vengono espresse da esponenti di Italia Viva e +Europa, dal sindaco di Roma Virginia Raggi e dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi.

Un sostegno trasversale e sacrosanto, che interviene a censurare parole che nulla hanno a che fare con la legittima contrapposizione su temi politici e che rischiano di trascinare il dibattito sul terreno del sessismo e della misoginia. Parole che ci sarebbe piaciuto ascoltare in tutte le occasioni in cui, nei mesi e negli anni passati, altre donne sono state fatte oggetto di gogna pubblica e attacchi personali ben lontani dalle divisioni politiche e che  non in tutte le occasioni si sono manifestate.

 

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