Insulti contro Lucia Azzolina: “Io educherò i vostri figli al rispetto”, dice il ministro

Pioggia di insulti sessisti sui social contro il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. Ma lei non si scompone e risponde con fermezza.

Il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina ha scelto Facebook per rispondere ai tanti insulti sessisti  pubblicati da ” Commenti leghisti”, un gruppo Facebook nato per segnalare la violenza verbale che ha invaso il web. La pentastellata ha risposto a tono e con fermezza, auspicandosi che nessuna donna debba mai più leggere commenti così infimi, subire attacchi volgari e abietti come quelli ricevuti. Una vera battaglia per Azzolina, che intende combatterla a scuola, “educando le nuove generazioni al rispetto dell’altro, uomo o donna che sia, al pensiero critico, allo scambio di idee fatto con i contenuti e non con la volgarità”. Il ministro scrive  di provare molta pena per chi alimenta questo tipo di reazione, parlando solo “alla pancia delle persone”. E  conclude che solo con la scuola si può combattere questo sistema: la scuola è ” l’antidoto naturale”.

Nessuna donna dovrà mai più leggere commenti così infimi, subire attacchi volgari e abietti come questi. È e sarà la mia battaglia. E la faremo a scuola. Educando le nuove generazioni al rispetto dell’altro, uomo o donna che sia, al pensiero critico, allo scambio di idee fatto con i contenuti e non con la volgarità.
Provo molta pena per chi si esprime in questo modo e per chi alimenta questo tipo di reazione, parlando solo alla pancia e mai alla testa delle persone. È un sistema che va combattuto ed è lapalissiano che la scuola sia il naturale antidoto.

Post di Lucia Azzolina su Facebook

Non è la prima volta che il ministro Azzolina riceve insulti sessisti. Anzi, gli oltraggi alle donne pubbliche su aspetti personali – non quindi sul loro operato professionale – sono all’ordine del giorno. Come denuncia Huffington Post – che richiama all’esempio l’allora presidente della Camera Laura Boldrini – l’attacco quasi quotidiano subito dalle donne, nessuno è mai intervenuto per fare davvero qualcosa, ma si alimenta solo un imbarazzante silenzio della politica. Su questa omissione, il senatore del Pd Roberto Rampi – capogruppo in Commissione Istruzione e in Commissione di inchiesta sul femminicidio e la violenza di genere – si è espresso nettamente: “L’ho detto in Aula al Senato e lo ripeto: non è accettabile che una donna in questo Paese debba mettere in conto di subire insulti sessisti se svolge una funzione pubblica. Ci sono i responsabili materiali, e anche i mandanti morali, quelli che mai perdono occasione per indicare dei bersagli. Se ne assumano la responsabilità e chiedano ai loro emuli di cambiare registro. La violenza verbale è intollerabile ed è precondizione di quella fisica, che è una vera emergenza culturale di questo Paese”.

Lucia Azzolina è sotto i riflettori in queste settimane per l’atteso tanto quanto controverso ritorno a scuola previsto per il 14 settembre. E sul rientro è ancora scontro in merito alla misurazione della febbre degli alunni. Quando misurare la febbre – se a casa o a scuola – è una delle tante domande che dividono esperti, autorità e personale competente. Il fronte di coloro che vorrebbero mettere in capo alle scuole  la sorveglianza delle condizioni di salute degli alunni si allarga – riferisce il Corriere della Sera. Di questo parere il governatore della Campania Vincenzo De Luca, che ha bollato come irrealistica l’ipotesi di far misurare la temperatura a casa  e ha annunciando che in Campania si cercherà di rendere obbligatorio il controllo della febbre all’ingresso degli istituti scolastici con apposito termoscanner. Le stesse indicazioni si leggono sulle linee guida per le strutture della Capitale presentate ieri, che stabiliscono che la temperatura deve essere misurata a chiunque entri nelle scuole dell’infanzia e nei nidi, compresi genitori e operatori. Anche se la regola nazionale, stabilita a fine maggio dal Comitato tecnico scientifico, resta quella della misurazione a casa tutte le mattine, prima di andare a scuola – per evitare che alunni o personale scolastico con sintomi affollino i mezzi pubblici – sono in molti a pensare che questa responsabilità non debba ricadere totalmente sulle spalle dei genitori

Fonte: Huffington Post, Corriere della Sera, Lucia Azzolina Facebook

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