Il Cts cambia idea sulle piste da sci: “Impedire la riapertura da domani”

Il Comitato Tecnico Scientifico invita il Governo a “rivalutare la sussistenza dei presupposti per la riapertura” delle piste da sci, prevista a partire da domani. 

Il Cts cambia idea sulle piste da sci: "Impedire la riapertura"
Roberto Speranza/Filippo Monteforte, Getty Images

Alla vigilia della data fissata per la riapertura degli impianti da sci, dal Comitato Tecnico Scientifico arriva un  dietrofront sull’opportunità del ritorno sulle piste. Secondo il Cts, infatti, alla luce delle “mutate condizioni epidemiologiche” legate “alla diffusa circolazione delle varianti virali” il ritorno all’attività degli impianti di risalita non sarebbe più la soluzione. In particolare,  nel testo che il Comitato ha inviato al riconfermato Ministro della Salute Roberto Speranza si chiede di “rivalutare la sussistenza dei presupposti per la riapertura“.

Una decisione da prendere in tempi brevi per il nuovo Esecutivo guidato da Mario Draghi, che dovrà decidere se confermare la riapertura prevista per domani nelle sole Regioni in zona gialla. La nuova analisi condotta dal Cts deriva dallo studio che gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità hanno condotto insieme al Ministero della Salute e alla Fondazione Bruno Kessler sullo stato di diffusione delle varianti virali nel nostro Paese: secondo questa ricerca, effettuata in 16 Regioni e Province autonome, rivela la presenza delle varianti nell’88% dei territori, con percentuali che variano all’interno di una forbice molto alta: tra lo 0 e il 59%. D’altra parte, la massiccia quantità di casi di varianti virali riscontrata in determinate aree del centro Italia – comprese soprattutto tra Umbria, Toscana e Abruzzo – lascia immaginare che le nuove tipologie di virus possano essere già ampiamente in circolazione sul territorio nazionale.

Intanto Roberto Speranza confermato alla guida del ministero della Salute torna ribadire le sue tesi Walter Ricciardi, consigliere del ministro. Parlando all’Ansa Ricciardi ha detto di ritenere “urgente cambiare subito la strategia di contrasto al virus SarsCov2: è necessario un lockdown totale in tutta Italia immediato, che preveda anche la chiusura delle scuole facendo salve le attività essenziali, ma di durata limitata“.

Intanto, le Regioni interessate rimangono in attesa di capire come si pronuncerà il Governo rispetto alla riapertura degli impianti sciistici, che aveva ottenuto il via libera la scorsa settimana dopo mesi di chiusura forzata. Il calendario stilato dalle autorità, infatti, prevedeva riaperture a partire da domani, lunedì 15 febbraio, per gli impianti di Lombardia e Piemonte, cui dovrebbero fare seguito quelli in Veneto, dove il Presidente della Regione Luca Zaia aveva fissato la ripartenza per mercoledì 17, la stessa data in cui dovrebbero tornare in attività anche gli impianti del Trentino. A chiudere il calendario delle riaperture figurano Valle d’Aosta – giovedì 18 – e Friuli Venezia Giulia, venerdì 19.

L’eventuale ritorno sulle piste, in ogni caso, sarà soggetto a regole particolarmente contenitive, volte a limitare la possibilità che si formino assembramenti: oltre all’obbligo, per chiunque si trovi nelle zone degli impianti, di indossare mascherine ffp2, vige il limite del 50% di capienza per funivie, cabinovie e seggiovie. In tre Regioni – Veneto, Lombardia e Piemonte – inoltre non si potrà superare il 30% della portata oraria complessiva per tutti gli impianti di risalita.

 

 

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