M5S tentato dal dire sì anche a Draghi. E il Reddito di Cittadinanza potrebbe farne le spese

Continuano a venire a galla nuovi percettori del Reddito di cittadinanza che non avrebbero diritto al sussidio. Ma con Mario Draghi a Palazzo Chigi tutto questo potrebbe ben presto finire.

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Getty Images/Daniel Roland

 

Le Fiamme Gialle di Lucca hanno scoperto altri  “furbetti del Reddito“. Nello specifico si tratta di un soggetto che ha percepito indebitamente il sussidio statale – per una somma complessiva di circa 14 mila euro – dopo aver presentato una dichiarazione sostitutiva non veritiera circa la residenza sul territorio italiano. Due individui, invece, non hanno comunicato le variazioni patrimoniali dovute, in un caso, ad un’ eredità e, nell’altro caso, a un’ indennità per infortunio sul lavoro. Il quarto caso di “furbetto” vede come protagonista una donna la quale ha omesso di comunicare che un membro del suo nucleo familiare ha iniziato a lavorare. Altre cinque persone continuavano a percepire il Reddito nonostante vincite al gioco. Si tratta solo dell’ennesimo caso. La settimana scorsa la Guardia di Finanza ha denunciato altrettanti percettori del Reddito che non ne avevano diritto, tra cui oltre un centinaio condannati per associazione mafiosa.

Ma tutto questo sembra avere una data di scadenza breve. Infatti, se l’ex presidente della Bce, Mario Draghi, prenderà con ogni probabilità il posto di Giuseppe Conte alla guida di un nuovo esecutivo – con il sostegno anche del Movimento Cinque Stelle – il Reddito di cittadinanza potrebbe diventare un ricordo. Proprio ieri il numero uno di Confindustria, Carlo Bonomi, nel felicitarsi per l’incarico ad un economista pragmatico come Draghi, ribadiva che la misura di sostegno al reddito a firma pentastellata si è rivelata un flop. E – numeri alla mano – ad oggi il Reddito di cittadinanza coinvolge 3 milioni di italiani ma solo una minima parte ha trovato, nel frattempo, un impiego. E anche coloro che lo hanno trovato, quasi mai grazie alle Agenzie per il Lavoro. Draghi viene dal mondo della finanza e, proprio un anno fa – in un intervento  sul Financial Times – affrontava il tema del “debito cattivo“. Queste le parole di colui che si prospetta diventerà il nostro nuovo Premier: “La questione fondamentale non è se, ma in che modo lo Stato possa fare buon uso del suo bilancio. La priorità, infatti, non deve essere  fornire un reddito di base a chi perde il lavoro ma si devono innanzitutto proteggere le persone dal rischio di perdere il lavoro“. Pertanto, furbetti e non, potrebbero presto vedersi svanire il beneficio economico per cui i Cinque Stelle, nel lontano 2018, si spesero tanto.

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