Otto anni per chi ha ucciso Gaia e Camilla ed è fuggito senza tentare di soccorrerle

Fissata a otto anni la condanna per Pietro Genovese, figlio del noto regista Paolo, che nel 2019 investì e uccise le due adolescenti Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli.

pietro_genovese_condanna 19.12.2020 Leggilo.org

Condannato a otto anni, con rito abbreviato, Pietro Genovese, il 21enne figlio del regista Paolo che nel dicembre 2019 – a pochi giorni dal Natale – uccise, travolgendole con il suo Suv, le due sedicenno Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli. La tragedia si consumò a Roma, in Corso Francia. Il 26 dicembre dello scorso anno per Pietro furono disposti gli arresti domiciliari che sta ancora scontando. La Difesa si è sempre basata, essenzialmente, sul fatto che il giovane, non poteva vedere le due vittime in quanto un’altra automobile – che non è mai stata ritrovata – gli copriva la visuale. Non solo: fino alla fine si è cercato di scaricare parte della responsabilità sulle due ragazzine uccise che , secondo la Difesa, sarebbero state “colpevoli” di aver attraversato fuori dalle strisce pedonali e con il semaforo rosso. E in virtù di questo il pm Roberto Felici aveva chiesto per Genovese una condanna a cinque anni.

Il giudice per l’udienza preliminare Gaspare Sturzo, prima di emettere la sentenza, ha voluto sentire in Aula periti e testimoni. Ma le versioni sono state discordanti: mentre i periti – sulla base dei loro calcoli – erano convinti che le vittime fossero distanti dall’attraversamento, i testimoni erano concordi nel sostenere che Gaia e Camilla erano sulle strisce. Dopo l’emissione della condanna a otto anni, le madri delle due sedicenni hanno dichiarato: “Giustizia è stata fatta. Un grande dolore ma anche una grande vittoria per noi. Le bambine non torneranno più a casa ma abbiamo avuto la soddisfazione dell’assenza del concorso di colpa”.

Inoltre era emerso fin da subito che quella notte Genovese aveva un tasso alcolemico più alto del dovuto e viaggiava ai 90 all’ora, velocità ben al di sopra di quella consentita in quel tratto di strada. Non solo: il pubblico ministero ha contestato al 21enne anche  l’uso del cellulare. E, stando da quanto dimostrato dalla Procura, il ragazzo avrebbe tentato di fuggire senza soccorrere le due adolescenti travolte dalla sua auto. Sarebbe stato, infatti, costretto a fermarsi perché la sua auto si era arrestata a causa dell’urto chea veva messo in funzione il dispositivo di sicurezza del veicolo.

 

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