16.308 nuovi casi e 553 morti: vaccino Pfizer, un’operatrice sanitaria finisce in terapia intensiva dopo l’iniezione

Primo caso di reazione allergica molto grave al vaccino Pfizer: un’operatrice sanitaria è finita in terapia intensiva in seguito alla somministrazione del farmaco.

vaccino_usa_reazione_grave 19.12.2020 Leggilo.org
Getty Images/ Alberto Pizzoli

I dati del Ministero della Salute in merito alla situazione di oggi ci informano che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – salgono di 16.308 unità e portano il totale a 1.938.083. Nelle ultime ventiquattro ore 553 morti e fanno salire il totale delle vittime a 68.447. Da ieri 176.185 tamponi.

I casi attualmente positivi scendono a 620.166, – 7632 rispetto a ieri. I guariti raggiungono quota 1.249.470 con un incremento di 23.384 unità nelle ultime ventiquattro ore. I ricoverati sono 25.364, -405 mentre gli assistiti in terapia intensiva scendono a 2784, -35  rispetto a ieri.

 

Vaccino: negli Usa prima reazione grave

La strada verso il vaccino anti Covid è costellata di ostacoli, a quanto sembra. L’Italia è in ritardo sulla tabella di marcia rispetto ad altri Paesi – come Gran Bretagna , Cina, Emirati Arabi e Stati Uniti – dove le vaccinazioni sono già iniziate ufficialmente. Ritardo che potrebbe essere accentuato dagli imprevisti avuti dall’azienda francese Sanofi – da cui il nostro Paese aveva acquistato circa 40 milioni di dosi, la maggior parte in pratica – che dovrà ripetere i test. Il “vaccine day” – giornata simbolica in cui in tutta europa i cittadini che lo vorranno si vaccineranno – è stato fissato per il 27 dicembre. Tuttavia i dubbi permangono e non senza ragione. Dubbi circa la sicurezza di un farmaco prodotto in così poco tempo visto che – da quanto dichiarato più volte dal microbiologo Andrea Crisanti – i tempi di produzione per un vaccino sono, di norma, 5-8 anni.

E le perplessità crescono in seguito ai primi effetti collaterali seguiti alla somministrazione del vaccino Pfizer, il primo che arriverà in Italia intorno alla metà di gennaio. In Gran Bretagna, tra i primi vaccinati si sono già manifestati due casi di reazioni allergiche. Tuttavia si è trattato di reazioni non gravi. Diversa, invece, la reazione avuta da un’operatrice sanitaria del Bartlett Regional Hospital di Juneau in Alaska, negli Stati Uniti. La donna – spiega il New ork Times –  10 minuti dopo aver ricevuto il vaccino, ha sviluppato una grave reazione allergica anche se in passato non aveva mai sofferto di allergie. I primi sintomi sono stati rush cutanei, tachicardia e una crisi respiratoria. I medici dell’ospedale le hanno somministrato epinefrina ma i sintomi si sono ripresentati costringendo i dottori a ricorrere addirittura agli steroidi. Ma neppure questo è servito: l’operatrice sanitaria si è aggravata al punto che si è reso necessario il ricovero in terapia intensiva.

La donna aveva ricevuto la prima dose del vaccino di Pfizer e Biontech di fronte alle telecamere lo scorso 11 dicembre, nell’ambito della campagna governativa tesa a promuovere la “fiducia nei vaccini” tra i cittadini statunitensi. Anche un secondo operatore che lavora e ha ricevuto il vaccino presso il medesimo ospedale ha avuto una reazione allergica con gonfiore agli occhi, vertigini e gola irritata 10 minuti dopo l’iniezione. Tuttavia è stato sufficiente trattarlo  con epinefrina, Pepcid e Benadryl ed è tornato alla normalità entro un’ora. In questo secondo caso non è stato necessario alcun ricovero.

 

 

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