18.727 nuovi casi e 761 morti, il virologo Robert Gallo scettico sul vaccino: l’immunità potrebbe non durare

Il virologo  Robert Gallo – tra gli scopritori del virus dell’Aids – si dichiara scettico sul vaccino anti Covid. L’immunità, secondo l’esperto, potrebbe non essere duratura.

robert_gallo_vaccino 11.12.2020 Leggilo.org
Getty Images/ Alberto Pizzoli

I dati del Ministero della Salute in merito alla situazione di oggi ci informano che i casi totali – attualmente positivi, morti e guariti – salgono di 18.727 unità e portano il totale 1.805.873.  Nelle ultime ventiquattro ore 761 morti che fanno salire il totale delle vittime a 63.387. Da ieri 190.416 tamponi.

I casi attualmente positivi scendono a 690.323, – 6204 rispetto a ieri. Da ieri 24.169 nuovi guariti che portano il totale a quota 1.052.163. I ricoverati  scendono ancora e arrivano a 28.562, – 526 mentre nelle terapie intensive 3265 assistiti, – 26 rispetto a ieri.

Vaccino e immunità

Da qualche giorno in Gran Bretagna si è aperta la campagna vaccinale e già si sono manifestate le prime reazioni allergiche tra coloro cui è stato somministrato il farmaco prodotto da Pfizer. In Italia – dove le prime dosi arriveranno a gennaio – è ancora aperta la questione se imporre o no l’obbligo. Infatti i dubbi circa la sicurezza di un vaccino prodotto in così breve tempo sono molti sia da parte dei cittadini sia da parte di alcuni esperti come il microbiologo Andrea Crisanti e la virologa Maria Rita Gismondo. Tuttavia c’è una questione che nessuno – o quasi – ha ancora affrontato: la durata dell’immunità. Il vaccino ci proteggerà per sempre oppure l’immunità prodotta ha una durata limitata nel tempo?

Solo qualche giorno fa Thomas Cueni, direttore della Federazione internazionale delle aziende e associazioni farmaceutiche – IFPMA – nel corso di  un media briefing organizzato a Ginevra ha dichiarato che, grazie al vaccino anti Covid, già nell’estate 2021 cominceremo a vedere l’effetto dell’ immunità di gregge. La IFPMA si è addirittura sbilanciata sostenendo che Con tre vaccini  e , potenzialmente,  fino a 10 vaccini che nei prossimi mesi saranno approvati dalle autorità regolatorie e prodotti in miliardi di dosi dalle aziende farmaceutiche, abbiamo buone speranze di mettere la parola “fine” a questa pandemia.

Ma a sollevare dubbi è intervenuto il virologo Robert Gallo, intervistato dall’Adnkronos. Gallo è una delle voci più autorevoli in materia di virus: negli anni ’80 fu tra gli scopritori del virus dell’Aids e del primo test per diagnosticare l’Hiv. E oggi ricopre il ruolo di direttore dell’Institute of Human Virology presso la University of Maryland, negli Stati Uniti. L’esperto ha spiegato: “Quando facciamo un esperimento sulle scimmie con un candidato vaccino per l’Hiv vediamo che fino alla decima settimana sono protette, ma se le stimoliamo con il virus alla 15esima settimana non lo sono più“. Pertanto, almeno nel caso dell’Hiv, l’immunità data da un ipotetico vaccino – che ancora, in quel caso, non esiste – ha una durata temporale decisamente preve: appena 15 settimane. Certo – specifica Gallo – Hiv e Covid 19 sono diversi, ma chi assicura che il vaccino anti Covid abbia una durata che ci proteggerà per mesi  o per anni? Insomma: chi ci garantisce che una volta vaccinati saremo al riparo e non correremo il rischio di infettarci e di non infettare altri? Pertanto ora, oltre a numerosi dubbi sulla sicurezza e sui possibili effetti collaterali del farmaco se ne aggiunge un altro: sarà davvero utile?

Nel frattempo il secondo e il terzo tampone effettuati sul Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese hanno dato entrambi esito negativo: il ministro non ha il Covid, non lo ha mai avuto. Il primo test era un falso positivo.

 

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