Beppe Grillo vuole la Patrimoniale. E la Chiesa deve pagare Imu ed Ici non versata

Il fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo rompe il silenzio e si schiera apertamente contro l’attivazione del Mes da parte dell’Italia, definendolo uno strumento “inadatto ed inutile”. 
Beppe Grillo, "Mes strumento inadatto ed inutile"
Beppe Grillo/Filippo Monteforte, Getty Images
Mentre nel Governo infuriano le polemiche sul Mes, un colpo decisivo contro lo sblocco del fondo europeo per la sanità arriva oggi dal fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo. Dopo un lungo periodo di silenzio, il comico torna a prendere la parola attraverso un lungo post pubblicato sul proprio blog dal titolo “La Mes è finita“, nel quale definisce il meccanismo di stabilità europeo “non solo inadatto ma anche del tutto inutile per far fronte alle esigenze del nostro Paese in un momento così delicato“. Parole nette, che potrebbero rappresentare la pietra tombale sulla possibilità che l’Italia acceda ai fondi. O, in alternativa, sul Governo Conte-2. Dopo le parole di Grillo, infatti, le richieste della fronda di parlamentari 5 Stelle contrari alla riforma del Mes acquisiscono maggiore forza, dando luogo a due possibili scenari: uno, in cui il PD ed Italia Viva accettano che il Governo rinunci all’attivazione del fondo; l’altro in cui le forze di Maggioranza vanno incontro ad una sfaldatura interna che potrebbe portare addirittura alla crisi di Governo.
Il fondatore dei 5 Stelle, tra l’altro, sottolinea come anche da Palazzo Chigi siano arrivate, nel tempo, diverse manifestazioni di contrarietà al Mes: secondo Grillo, le ragioni di criticità sarebbero state evidenziate dallo stesso Premier  Giuseppe Conte nelle occasioni in cui ha sottolineato che “disponiamo già di tantissime risorse – fondi strutturali, scostamenti di bilancio, Recovery Fund ecc.. – e dobbiamo saperle spendere“.
Il punto, quindi, non sarebbe la disponibilità di denaro, ma la capacità di utilizzare al meglio i fondi disponibili. E qualora vi fosse la necessità di reperire ulteriori risorse, Grillo torna a rilanciare due proposte già più volte avanzate in passato: “una patrimoniale ai super ricchi” e l’imposizione al pagamento di Imu ed Ici non versate sui beni immobili di proprietà della Chiesa.
Il primo tema, in particolare, appare come un nervo scoperto nel dibattito politico italiano. Anche di recente, una proposta di tassazione dei grandi patrimoni avanzata dal portavoce nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni e dal deputato Pd Matteo Orfini ha scatenato dure reazioni di contrarietà da parte delle forze politiche e dell’opinione pubblica. Grillo, però, propone un punto di vista diverso: cosa accadrebbe “se per una volta, invece che sovraccaricare di tasse la classe media che sta lentamente scomparendo, si procedesse a tassare soltanto i patrimoni degli italiani più ricchi?“, si chiede il comico, che sottolinea poi come in Italia ci siano ben 2.774 cittadini con un patrimonio personale superiore ai 50 milioni di euro che detengono, in totale, circa 280 miliardi. Secondo il fondatore del Movimento, sarebbe più utile e più giusto “rivolgersi a loro piuttosto che al resto della popolazione già stremata“.
Se a questa misura si aggiungesse la richiesta di far pagare Imu ed Ici non versata sui beni immobili della Chiesa, conclude Grillo, si introdurrebbero due provvedimenti “assolutamente praticabili, sacrosante e soprattutto non vincolanti (che non prevedono alcun tipo di indebitamento per l’Italia)” capaci di portare nelle casse dello Stato circa 25 miliardi di euro nel biennio 2021/2022.
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