Immigrazione, abrogato il limite all’ingresso degli stranieri per lavoro subordinato

Si torna a parlare di immigrazione. A più di un mese dall’approvazione del decreto che promette di abolire di fatto i Decreti sicurezza di Matteo Salvini, la commissione Affari Costituzionali della Camera esamina i circa 1200 emendamenti proposti.

Min. Luciana Lamorgese. SVEN HOPPE/Getty Images.

All’indomani dell’approvazione del nuovo decreto sicurezzaimmigrazione, avvenuta lo scorso 5 ottobre, il Segretario del PD Nicola Zingaretti aveva commentato su Twitter, esultante: “i decreti propaganda Salvini non ci sono più. Vogliamo un’Italia più umana e sicura e un’Europa più protagonista”. L’approvazione del testo proposto dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese da parte del Consiglio dei ministri aveva richiesto meno di un’ora ed era avvenuta senza particolari colpi di coda. Ma il dietro le quinte per il via libera alla nuova legge era durato più di un anno. La difficoltà maggiore delle negoziazioni era stata conciliare le posizioni di PD e Leu, che puntavano a stravolgere i provvedimenti di Salvini, con quella del M5S, la cui ambizione maggiore non andava oltre al recepimento delle osservazioni fatte dal presidente della Repubblica. L’approvazione del decreto rappresentava una prima vittoria per il centro sinistra, ma la battaglia era tutt’altro che finita.

Infatti in queste ore, notizie del coronavirus permettendo, si torna a parlare di decreto immigrazione e flussi migratori. A più di un mese dall’approvazione del decreto, la commissione Affari Costituzionali della Camera sta lavorando all’esame della legge che, anch’essa, divide grillini e dem. Il provvedimento dovrebbe arrivare in aula il prossimo lunedì 23 novembre e da oggi i tempi sono contingentati per riuscire a rispettare la scadenza prevista. Ma di lavoro per i parlamentari della commissione ce n’è tanto: circa 1200 emendamenti da esaminare, ovvero quelli che restano dei 1500 presentati inizialmente, di cui 1076 a firma Lega, che si sono ridotti a 240 dopo il vaglio di ammissibilità iniziale. L’obiettivo del partito di Matteo Salvini era quello di mantenere lo status quo precedente il più possibile, specialmente le norme sui ‘porti chiusi’ volute dal leghista. Tra i tanti cambiamenti proposti nel decreto approvato ad ottobre, lo stop alle multe milionarie alle ong che fanno soccorso in mare, e l’ampliamento del sistema di accoglienza, che introduce la protezione speciale al posto di quella umanitaria.

Per il momento, la strategia di Salvini non sembra funzionare. Solo un emendamento è stato approvato finora con il parere favorevole del governo e dei relatori Vittoria Baldino del M5s e Fabio Miceli del PD: si tratta della proposta di modifica avanzata da Stefano Ceccanti, anche lui del PD, che abroga le quote massime di stranieri da ammettere nel territorio dello Stato per lavoro subordinato tramite i decreti flussi. Mentre è stato bocciato l’emendamento spinto da una ventina di grillini – a prima firma del deputato campano Luigi Iovino, che chiedeva di sopprimere la parte del provvedimento che consente di convertire in permesso di soggiorno per motivi di lavoro i permessi di soggiorno per protezione speciale, per calamità, per residenza elettiva, per acquisto della cittadinanza o dello stato di apolide, per attività sportiva, per lavoro di tipo artistico, per motivi religiosi, per assistenza minori. Il no all’emendamento, che era identico a quello presentato da Fratelli d’Italia e Lega – a firma Laura Ravetto e Simona Bordonali – è dovuto al fatto che la proposta non è stata sostenuta dai pentastellati componenti della Commissione.

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