Il prof Andrea Crisanti dice che ci saranno molti più morti degli attuali

Per il virologo Andrea Crisanti, la situazione attuale è simile a quella di marzo, con la differenza che ora il numero dei contagiati fa impressione. E con il picco previsto per inizio dicembre, l’ondata dei decessi deve ancora arrivare.

Se tendenza in corso di riduzione del tasso di crescita dei contagi si mantiene, e il Decreto del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte approvato agli inizi di novembre dovrebbe contribuire in questo senso, si prevede che si raggiunga il picco dei contagi agli inizi di dicembre, per solo poi iniziare a scendere. a livello nazionale. Secondo la previsione di Roberto Battiston –  ex presidente dell’Agenzia spaziale italiana e fisico dell’Università di Trento – previsione valida per lo scenario nazionale, il numero degli infetti attivi a dicembre potrebbe arrivare al milione, o “forse meno se gli effetti dell’ultimo Dpcm saranno più marcati o se si aggiungeranno chiusure totali o parziali di altre regioni“. Ma la situazione deve essere “continuamente monitorata per un ottimale gestione delle risorse sanitarie del Paese“, difende il fisico, per il quale una crescita esponenziale, come quella che abbiamo visto a ottobre, non sarebbe gestibile nel lungo periodo, e le misure contenute nei due Dpcm di ottobre sembrano avere ottenuto l’effetto desiderato, di invertire cioè l’andamento del tasso di crescita, mentre gli effetti dell’ultimo Dpcm si vedranno solo a partire dal 14-15 novembre, e cioè da domani.

Anche per questo scatto di due settimane che si deve considerare per capire la situazione attuale, il picco dei decessi non è ancora giunto. I quasi 700 morti al giorno fanno impressione, ma purtroppo potrebbero aumentare ancora.

L’epidemia sta rallentando e una proiezione basata sui dati attuali colloca il picco al 27 novembre” sostiene Battiston.

 

Come sostiene il virologo Andrea Crisanti, ospite di «Piazza Pulita» su La7, la situazione attuale è molto simile a quella di inizio marzo. Ci sono delle oscillazioni piccole nella percentuale dei contagiati, e il quadro attuale sembra mostrare che ci troviamo in una situazione di relativa stabilità, caratterizzata però – e questa è la differenza rispetto alla primavera – da una “ondata di contagiati davvero impressionanti”. E per questo, sostiene Crisanti, anche l’ondata dei decessi deve ancora arrivare.

A proposito di differenze e similitudini con la prima ondata che si è assistita in primavera, e dei fattori che hanno portato alla situazione attuale, è Battiston a fornire una lettura degli elementi che avrebbero portato al quadro di oggi. Se a gennaio o febbraio la quantità di contagiati nella popolazione era piccola, c’erano però “tantissimi contatti perché le persone con il virus, non essendo note, andavano ovunque”. Questo ha provocato una rapida crescita dell’epidemia, partendo da un numero irrisorio di casi. A febbraio, fase più acuta, il tasso di crescita era elevatissimo, e con l’attuazione del lockdown si è giunti in poco più di un mese a un tasso prima a zero e poi negativo. Il tasso negativo è rimasto tale fino ai primi di agosto, nonostante una leggera crescita. Ed è “improvvisamente raddoppiato poco dopo la settimana di ferragosto, quando si è registrata il massimo di concentrazione e movimento di persone in tutta Italia e non solo“, ha dichiarato Battiston. In settembre il ritmo dei contagi ha “ripreso a scendere, nonostante la riapertura delle attività produttive: l’epidemia e la ripartenza sembravano potere convivere”. Oggi la situazione è cambiata, afferma Battiston: “il ritmo di crescita è 4-5 volte più basso che in gennaio-febbraio, ma siamo partiti a fine settembre da decine di migliaia di casi“. Come è possibile che sia successo? “Molto probabilmente – ha aggiunto – si è trattato dell’effetto diretto e indiretto della riapertura delle scuole. Apertura che, senza avere organizzato adeguatamente l’infrastruttura complessiva, inclusi “trasporti, sport di contatto e le attività sociali dei giovani in generale“, avrebbe comportato una impennata dei contagi.

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