Sbarchi, il ministro Lamorgese propone l’intervento di navi e aerei militari per fermare i migranti

Un nuovo accordo con le nazioni nordafricane per controllare strettamente chi arriva in Italia: è questo il piano del ministro Luciana Lamorgese per rallentare gli sbarchi.

Lamorgese GETTY 10 novembre 2020
Getty Images/Sven Hoppe

L’esodo dei migranti dal Nord Africa è un’emergenza nell’emergenza in tempi di pandemia. Il Ministro degli Interni Luciana Lamorgese ha dunque deciso di prendere misure più stringenti per ridurre gli sbarchi provenienti da paesi come la Tunisia che – a differenza della vicina Libia – pur essendo immersi in una crisi economica, non effettuano violazioni dei diritti umani sui profughi come quelle che avvengono in Libia. Il Viminale sta studiando una sorta di blocco navale, autorizzato dal Governo tunisino: “Non si tratta di un’azione deliberata che sarebbe un atto di guerra, bensì di un controllo effettuato fuori dalle acque territoriali tunisine con i nostri mezzi militari che mira ad avvertire le autorità della partenza di sbarchi illegali dal paese”. Il ministro ha specificato che raramente chi arriva dalla Tunisia chiede asilo in Italia.

Il ministro Lamorgese sostiene di aver effettuato più di un viaggio diplomatico in questo periodo per discutere degli sbarchi con i governi di Algeria e Tunisia, con l’intento di potenziare anche i Centri per il rimpatrio: “In Algeria non vedevano un ministro dell’Interno dal 2017. Sto prendendo accordi per ridurre i tempi di permanenza nei Cpr dato che spesso i posti – al momento 1.425 – vengono danneggiati di proposito. Passeremo da due voli a settimana a tre o quattro e ognuno porterà 40 persone”, afferma il politico.

Luciana Lamorgese si esprime anche sul rischio che tra i nuovi arrivi con gli sbarchi ci siano persone malate di Covid o addirittura simpatizzanti dell’Isis. Per questo motivo, all’interno dei Cpr sono necessari controlli molto stretti: “Non sto cercando di bloccare gli sbarchi come il centrodestra, voglio creare un canale controllato per l’immigrazione legale. Per ridurre i rischi per Sanità e Sicurezza tutti vengono identificati prima di salire sulle navi quarantena o essere rimpatriati”, sono le parole del ministro.

Non tutti appoggiano Lamorgese sugli sbarchi

Nelle scorse settimane, ha fatto molto scalpore la notizia che uno degli attentatori di Vienna era passato per Lampedusa. Per questo motivo, sono stati in molti tra gli oppositori del Governo a chiedere le dimissioni del ministro Lamorgese: “Non ho mai sentito parlare di un ministro che si è dimesso anche in casi simili. Le polemiche in Italia sono incredibili, manteniamo alto il livello di guardia ma non vedo perchè dovrei lasciare il mio ruolo“, è la risposta del ministro Lamorgese.

A tornare sull’argomento, è il Generale Vincenzo Santo che non è d’accordo con l’approccio più “morbido” del Viminale e richiede misure più severe: “Una soluzione da adottare sarebbe un vero blocco navale, come quello effettuato dal Governo Prodi nel canale di Otranto. Gli aerei sono troppi lenti per rimpatriare tutte quelle persone e abbiamo già speso 11 milioni di euro per gli accordi con la Marina tunisina”, spiega il militare. Come è stato però specificato dal ministro Luciana Lamorgese, un blocco navale di questo tipo sarebbe a tutti gli effetti un’azione di guerra improponibile per una democrazia. Ma il generale insiste: “Nel momento in cui un ministro si rende conto che i soldati sono costretti a fare i ‘tassisti’ per persone che entrano illegalmente nel paese, gli resta soltanto una cosa da fare, ovvero dimettersi“.

 

 

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