Contagi in Italia, i rischi sono altrove per Walter Veltroni è il momento di chiudere le chiese

L’ex sindaco di Roma Walter Veltroni si dice perplesso di fronte all’ultimo Dpcm di Conte che chiude alcune attività per affollamento ma non risolve il problema dei contagi.

Veltroni GETTY 27 ottobre 2020

La decisione del Governo di bollare determinate attività come “non essenziali” lasciandone aperte altre non piace all’ex primo cittadino romano Walter Veltroni che ha commentato il Dpcm contenente le nuove restrizioni in occasione della sua ultima apparizione televisiva. Due giorni fa infatti il politico ha partecipato al programma “Che tempo che fa” con il conduttore Fabio Fazio e ha sfruttato l’occasione per dire pubblicamente la sua opinione sul coprifuoco e le chiusure anticipate. In particolare, Veltroni ha criticato il Dpcm per aver lasciato aperti alcuni luoghi pubblici dove le occasioni in cui il virus può proliferare non mancano: “Ovunque in Italia vediamo treni ed autobus affollatissimi. Quelle sono vere bombe di contagio in attesa di esplodere, possibile che non sia stato fatto niente?”, si chiede l’ex ministro dei beni culturali.

Per Veltroni, anche la decisione di chiudere bar e locali non è sensata: “Con tutto il rispetto per i credenti, non credo che mantenere aperte le chiese sia una buona idea. Sono molto più probabili degli assembramenti in queste occasioni che in un bar o in un ristorante che rispetta le norme di distanziamento sociale”, continua il politico. Infatti, tra le attività non colpite dall’ultimo Dpcm, ci sono i luoghi di culto che sono potenzialmente edifici a rischio contagio.

Per concludere, Veltroni apre una parentesi sul caso di teatri e cinema che non sono mai stati interessati da gravi situazioni di contagio: “Non capisco perchè limitare attività culturali come queste quando non si sono mai registrati focolai importanti dovuti all’apertura di questi locali”. Tra le tante critiche ricevute dal Governo Conte, quella a cui si allinea anche l’ex ministro del Governo Prodi è sicuramente la più frequente. Le proteste e le perplessità dovute alle ultime restrizioni continuano a farsi sentire.

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