“La vendetta non risolve, ma ti rende soddisfatto”, ha scritto l’assassino di Daniele ed Eleonora

E’ stato fermato ieri sera a Lecce Antonio De Marco, il presunto killer di Daniele De Santis ed Eleonora Manta- Sul suo profilo Facebook spunta una frase, agghiacciante se letta con la consapevolezza di oggi, sul concetto di vendetta. 

L’arresto di Antonio De Marco, ventunenne di Casarano e studente di Scienze infermieristiche all’ospedale Vito Fazzi, fa finalmente chiarezza sul caso dell’omicidio di Daniele De Santis ed Eleonora Manta. De Marco, che aveva abitato per un periodo proprio nella casa di via Montello dove Eleonora e Daniele sono stati uccisi, è stato fermato nella serata di ieri durante un turno del tirocinio che svolgeva presso l’ospedale Fazzi. Secondo quanto scrive Il Corriere del Mezzogiorno, all’arrivo in corsia dei Carabinieri si sarebbe gettato a terra scoppiando a ridere.

La convivenza con  Daniele ed Eleonora non era stata facile, secondo quanto la ragazza avrebbe riferito prima di morire ad una sua amica d’infanzia. De Marco aveva vissuto nell’appartamento per circa un mese, dal 30 ottobre al 30 novembre 2019, prima di tornare a chiedere a De Santis – a luglio –  la possibilità di affittare nuovamente una stanza per un breve periodo.

Uno dei residenti della palazzina dove è avvenuto l’omicidio ha confermato di aver riconosciuto De Marco come un ex residente del condominio: “Ha abitato qui per un po’. Lo conoscevo solo di vista, non sapevo nemmeno come si chiamasse, non ci ho mai parlato, solo buongiorno e buonasera quando ci incrociavamo. Non so per quanto tempo abbia vissuto qui, sicuramente questa estate si è visto più volte“.

Intanto si cercano informazioni anche attraverso i profili social del fermato. Secondo quanto riporta Huffington Post, infatti, il 3 luglio scorso, appena due giorni prima di chiedere a De Santis di tornare ad affittargli una stanza del suo appartamento, De Marco riportava sul proprio profilo Facebook una frase, tratta da un blog di psicologia, che potrebbe rivelare qualcosa in più circa le sue intenzioni omicide e che acquista, oggi, un suono ancor più inquietante: “Desiderio di vendetta, un piatto da servire freddo. E’ vero che la vendetta non risolve il problema, ma per pochi istanti ti rende soddisfatto“.

Gli accertamenti svolti fin qui dagli inquirenti confermano per altro che il piano dell’omicida non riguardava, come detto inizialmente, soltanto il percorso di fuga dall’appartamento di De Santis. Sui bigliettini persi dal killer durante la fuga – e risultati determinanti per la sua identificazione attraverso la comparazione calligrafica con il contratto di affitto firmato dal De Marco – erano infatti dettagliatamente elencati tutti i passaggi dell’omicidio: le torture che da infliggere alle vittime prima di togliere loro la vita, le pugnalate mortali, l’intenzione di lasciare una scritta su un muro dell’abitazione, come un messaggio da lanciare al mondo. Tutti elementi che sarebbero perfettamente coerenti con il materiale che è stato trovato dagli inquirenti all’interno dell’appartamento. De Marco, infatti, portava con sé delle fascette stringitubo, utili probabilmente a torturare le vittime prima di ucciderle.

Gli inquirenti, nel corso delle indagini, hanno ascoltato oltre 100 persone, partendo dalle amicizie più strette delle due vittime ed allargando poi gradualmente la cerchia degli interrogati. Ora si cercherà di ottenere ulteriori informazioni anche attraverso l’analisi del contenuto di tutti i dispositivi informatici sequestrati al presunto omicida, oltre che di quelli ritrovati nell’appartamento di via Montello ed appartenenti a Daniele ed Eleonora.

A questo punto, il procuratore Leonardo Leone De Castris spera in una rapida conclusione del caso: “Mi auguro una confessione“, ha detto, confermando la ferma convinzione della Procura sulla colpevolezza del fermato.

Lorenzo Palmisciano

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno, Huffington Post

 

 

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