Duplice omicidio a Lecce, il corpo di Eleonora ha dovuto sopportare 30 pugnalate

L’assassino di Eleonora Manta e Daniele De Santis ha sferrato quasi cinquanta coltellate per uccidere la coppia nella loro casa di Lecce.

Duplice omicidio a Lecce, quasi 50 coltellate su Eleonora e Daniele
Eleonora Manta e Daniele De Santis. Credit: Facebook

Trenta coltellate a lei, quindici a lui. Così sono stati uccisi Eleonora Manta e Daniele De Santis, la coppia di Lecce ritrovata senza vita lo scorso lunedì sera, 21 settembre. È quanto emerso dall’autopsia eseguita sui due corpi negli ultimi giorni, che ha confermato che il killer era giunto in via Montello solamente per uccidere. Lo dimostra anche il coltello utilizzato per commettere il delitto: di grosse dimensioni, dello stesso tipo di quelli usati dai macellai. Non solo. Stando ai primi accertamenti, l’assassino sapeva che in quella casa i due fidanzati, 33 anni lui, 30 lei, avevano deciso di convivere. Tant’è vero che dall’esame del cellulare di Daniele è emersa una foto che il giovane arbitro aveva inviato con WhatsApp ai genitori poco prima di essere ucciso. Si tratta dello scatto di un quadro che aveva da poco preso dalla casa dei suoi e portato nel nuovo appartamento.

Lui era un arbitro di calcio di serie Pro, lei era appena stata assunta come funzionaria dall’Inps di Brindisi e sognava di diventare magistrato, stando a quanto riporta La Repubblica. Come racconta la Gazzetta del Mezzogiorno, “i due erano felici: viaggiavano, avevano una buona vita sociale e non avevano mai avuto alcun problema”. Erano due ragazzi dolci ed educati. È per questo che, pur non escludendo alcuna pista, gli inquirenti non sembrano propendere per il movente della lite condominiale, inizialmente presa in considerazione, perché Daniele era iscritto nell’Albo degli amministratori di condominio.

Il movente del duplice omidicio è ancora sconosciuto, ma si pensa a una questione passionale. Sicuramente Eleonora, e forse anche Daniele, conosceva il suo assassino dal momento che, sul punto di essere aggredita, avrebbe gridato: “Andrea, no, Andrea”. La domanda che si sono posti gli inquirenti è: implorava il sicario o chiedeva aiuto al suo vicino di casa, che si chiama proprio Andrea? Per rispondere a questi interrogativi gli investigatori stanno esaminando anche i telefoni e i computer delle vittime che La Procura di Lecce ha sequestrato e affidato ad un consulente, Silverio Greco. Serviranno a ricostruire le relazioni che avevano i due giovani nelle loro vite private. Questo lavoro tecnico dovrà poi essere incrociato con i tabulati telefonici delle due vittime e sul traffico dei dati.

Le indagini della Procura di Lecce, coordinate dal procuratore Leonardo Leone De Castris, si stanno concentrando anche su alcuni bigliettini che l’omicida avrebbe perso durante la fuga dalla sua felpa nera o dallo zainetto giallo che indossava quella sera, ritrovati nel cortile esterno del condominio. Nel frattempo è atteso dalla famiglia il nulla osta per celebrare i funerali della coppia. La cerimonia potrebbe essere organizzata nella piazza di Seclì, in provincia di Lecce, il piccolo comune salentino di cui era originaria Eleonora e dove risiede sua madre.

Fonte: Gazzetta del Mezzogiorno – La Repubblica

Impostazioni privacy