E’ comprensibile che abbiano strappato il rosario dalle mani di Salvini, dice Don Biancalani

Don Massimo Biancalani, non giustifica l’aggressione della donna congolese nei confronti del leader della Lega, ma non gli è neanche solidale: “Salvini non fa passare giorno senza mandare messaggi ingiusti nei confronti di chi soffre”.  

 

È chiamato il parroco dei migranti Don Massimo Biancalani, e forse per questo non solidarizza con Matteo Salvini, che è stato aggredito giorni fa da una donna migrante in Toscana. Non si sente di solidarizzare con Salvini, dice il prete, perché “non fa passare giorno senza mandare messaggi ingiusti nei confronti di chi soffre“, ovvero, proprio i migranti. A riportarlo Adnkronos. “Non giustifico l’aggressione”, ha detto il parroco, che è stato spesso preso di mira dal leader della Lega. E sostiene che se avesse potuto, avrebbe consigliato alla donna di non fare quel gesto, ma non se la sente neanche di condannarla. “Matteo cambi registro”, prosegue il sacerdote, che accenna anche al rosario, strappato a Salvini dalla signora di origini congolesi durante l’aggressione. E sul fatto che Salvini spesso utilizzi il rosario nei comizi, Biancalini è critico: “Il Rosario è un simbolo di accoglienza – afferma – che contraddice l’idea che Salvini cerca di trasmettere”. Per questa ragione è necessario, anzi, sarebbe un segno di responsabilità, sostiene Biancalani, fare una netta distinzione tra politica e religione: “stiamo parlando di un simbolo molto importante che tocca ancora le corde del sentimento umano anche in un mondo secolarizzato“, ha concluso il religioso.

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Dopo il gesto della donna, che lo scorso 9 settembre 2020 a Pontassieve, in Toscana, ha aggredito Salvini, maledicendolo e strappandogli di dosso il rosario, sono iniziati a circolare una serie di post sui social network, che accusano la donna di essere stata condannata per spaccio, favoreggiamento all’immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione. Accuse, che non trovano riscontro. La donna, come riporta il Corriere Fiorentino, sarebbe invece impegnata nel servizio civile per il Comune di Pontassieve, lavorando sul progetto “Scuola, ambiente e comunicazione istituzionale” e sarebbe ben inserita, laureata e incensurata. Potrebbe essere stata questa la ragione del silenzio iniziale di Salvini sull’aggressione subita. Come ha ammesso il senatore leghista Gian Marco Centinaio, alla giornalista di LA7 Myrta Merlino, episodi così non dovrebbero entrare nella campagna politica, anche perché “meno si dà visibilità a questa signora, definita da molti un’eroina, meglio è“.

Fonte: AdnKronos, Corriere Fiorentino, LA7

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