Salvini: “Non ricandideremo i consiglieri che hanno preso il bonus”

La Lega è il partito più colpito dallo scandalo dei consiglieri “furbetti”. Matteo Salvini assicura che non saranno ricandidati.

Salvini scandalo 13/08/2020

Lo scandalo dei sussidi e dei bonus Covid richiesti da alcuni politici decisamente ben retribuiti si sta abbattendo con particolare veemenza sulla Lega: è il partito dell’ex ministro Matteo Salvini il più coinvolto nella controversia riguardante consiglieri e deputati. La Repubblica riporta che ben nove esponenti del Carroccio – due deputati e sette consiglieri regionali – sono coinvolti nella gravissima controversia che li ha visti richiedere bonus destinati ai cittadini in seria difficoltà economica nonostante una retribuzione annua in alcuni casi superiore ai 10.000 euro. I politici leghisti le cui identità sono state diffuse sono i deputati Andrea Dara ed Elena Murello e i consiglieri Riccardo Barbisan, Alessandro Montagnelli e Gianluca Forcolin per quanto riguarda la regione Veneto, Matteo Gagliasso e Claudio Leone nella regione Piemonte, Stefano Bargi in Emilia-Romagna e Alessandro Puggioni, membro del consiglio della regione Liguria che si è autodenunciato. Tutti i politici citati si sono difesi parlando di errori e leggerezze e hanno devoluto il denaro in questione in beneficenza ma questo non mette sicuramente a tacere le polemiche.

Il leader della Lega Matteo Salvini è intervenuto a proposito dello scandalo che ha coinvolto soprattutto i consiglieri del suo partito, annunciando pubblicamente che non intende difenderli: “Ho parlato con il presidente del Veneto Luca Zaia: nessuno dei consiglieri coinvolti verrà presentato alle prossime elezioni”. Nonostante la presa di posizione del segretario del Carroccio, tra i consiglieri indagati c’è chi protesta – dice Il Fatto Quotidiano: “Io vengo indagato per un errore mentre il governatore della Lombardia è ancora al suo posto?”, si è risentito Forcolin, alludendo all’indagine a cui è stato sottoposto il governatore lombardo Attilio Fontana a causa di alcune controversie riguardo la fornitura di attrezzature sanitarie per l’emergenza Coronavirus e la scoperta di alcuni conti bancari alle Bahamas.

La Lega non è l’unico partito travolto dallo scandalo anche se è finora il più coinvolto: tra i consiglieri “furbetti” su cui si stanno concentrando le indagini ci sono anche un deputato grillino la cui identità verra resa pubblica dall’Inps nelle prossime ore, il membro del PD Diego Sarno della regione Piemonte, Franco Mattiussi, militante in Forza Italia e rappresentante del Consiglio di Friuli Venezia Giulia – che si è difeso affermando di aver richiesto un bonus a cui aveva diritto per pagare le bollette dei suoi alberghi – e pure l’ex sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, membro di Fratelli d’Italia e consigliere per la regione Lazio che si difende sostenendo che il bonus è stato chiesto dalla moglie, edicolante, per pagare le tasse sulla sua attività. I bonus richiesti dai politici individuati dall’Inps si aggirano tra i 300 ed i 1.000 euro: si tratta di fondi stanziati per assistere gli italiani che hanno rischiato e rischiano tuttora la povertà in seguito al lockdown per il Coronavirus che secondo le ultime stime Istat sono circa due milioni: nelle prossime ore, dovrebbero essere diffuse le identità di tutti i politici che si sospetta siano implicati in questa incresciosa vicenda.

Fonte: La Repubblica, Il Fatto Quotidiano

 

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