Scuola, il via libera degli scienziati: il rischio di contagio tra bambini è minimo

Nonostante l’emergenza Coronavirus, molti Paesi europei hanno riaperto le scuole. Gli esperti vagliano rischi e benefici.

 

Il Coronavirus è ancora in circolazione in tutto il mondo ma le scuole non possono rimanere chiuse anche a settembre. A dirlo – riporta Il Corriere della Sera – sono alcuni esperti che hanno studiato la riapertura degli istituti scolastici in nazioni come Finlandia, Sud Africa ed Israele raccogliendo le loro considerazioni sul portale specializzato Science: “Abbiamo compreso che i nuovi focolai di Coronavirus nelle scuole sono inevitabili. Tuttavia, i benefici superano i rischi, i bambini sono meno vulnerabili al virus” – ha spiegato l’infettivologo Otto Helve che ha studiato a fondo la faccenda nel suo paese di origine, la Finlandia. Lo specialista e i suoi colleghi hanno studiato i dati relativi ai contagi e sono giunti alla conclusione che sotto i diciotto anni si hanno circa un terzo-metà delle possibilità di contrarre il Covid rispetto ad un adulto. La percentuale di rischio cala ulteriormente nei bambini piccoli: “I bambini nelle scuole elementari hanno contratto il virus ma non sono molto contagiosi. Devono stare attenti gli studenti delle superiori: il 38% di loro è risultato positivo così come il 43% del personale scolastico ed il 59% dei docenti” – ha sostenuto l’epidemiologo Arnaud Fontanet, membro del team di ricerca dell’Istituto Pasteur. Tutti gli esperti che hanno partecipato alla ricerca concordano sul fatto che la mascherina è necessaria, confermando le previsioni dei virologi italiani: “Le mascherine fanno parte della strategia per combattere il virus: in Giappone, Cina e Corea sono ampiamente usate. In Germania, gli studenti possono rimuoverla solo quando sono al banco”, spiega il medico Susan Coffin. Per questa ragione, nazioni come il Bangladesh e le Filippine che non hanno le possibilità economiche per fornire a tutti gli studenti i dispositivi di protezione individuale, hanno già deciso di mantenere chiusi gli istituti scolastici fino all’arrivo di un vaccino.

I Paesi europei che non hanno ancora un piano preciso riguardo la riapertura delle scuole. Il ministro dell’istruzione Lucia Azzolina cerca di lasciarsi alle spalle  le numerose critiche ricevute per la sua gestione della riapertura – prevista per settembre – parlando di come intende investire i miliardi destinati alla scuola che arriveranno grazie al Recovery Fund: “Gli investimenti europei sono un’occasione irripetibile per potenziare il sistema scolastico. La priorità è di investire sugli edifici e sul personale”. Il ministro pentastellato ha poi aggiunto alcune postille: “Chi è rimasto indietro a causa dell’emergenza non perderà l’anno. A settembre sarà fondamentale combattere la dispersione scolastica, la crisi economica porterà i ragazzi a lasciare gli studi per lavorare” – riporta Fanpage. Nel piano per la ripartenza però mancano ancora le direttive per la procedura da seguire nel caso uno studente risultasse positivo a scuola, questione che anche per molti ricercatori di Science rimane delicata: “Non sappiamo come sia più opportuno comportarsi in questi casi: in Germania in caso di contagi viene chiusa per due settimane la classe. In Israele, un singolo caso ha portato alla sospensione delle lezioni nell’intero istituto” – ha dichiarato un ricercatore.

Fonte: Corriere della Sera, Science, Fanpage

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