Italia Viva strappa un senatore a Forza Italia, il premier Conte accerchiato dai renziani a Palazzo Madama

Vincenzo Carbone lascia Forza Italia e si accasa dall’ex Premier, che diventa sempre più determinante al Senato per le sorti del Governo. Conte e PD sulla difensiva, M5S preoccupato dai numeri di Italia Viva. 

Conte a Palazzo Madama sempre più Renzi dipendente: altro Senatore per Italia Viva - Leggilo.org

Italia Viva ha ufficializzato il passaggio nel proprio gruppo parlamentare del Senatore Vincenzo Carbone, eletto alle scorse politiche nel listino plurinominale di Forza Italia in Campania. Un colpo, quello dell’ex Premier Matteo Renzi, che riaccende la contesa a Palazzo Madama e agita le notti di Palazzo Chigi. Perché se è vero che l’area di Governo è risalita brevemente in superficie per una boccata d’ossigeno, risulta complicato – per non dire capzioso – affermare che la Maggioranza si sia rafforzata. Come spiega Il Fatto Quotidiano, pochi giorni fa, era ricominciata la grande fuga dal Movimento 5 Stelle in direzione del Gruppo Misto – o come nel caso di Alessandra Riccardi verso la Lega – e l’allarme sui numeri a Palazzo Madama costrinse il Capo del Governo Giuseppe Conte a rivedere i suoi piani (niente forzature, ora bisogna trattare).

L’incertezza dei grillini ha portato i renziani a tentare l’audace colpo: corteggiare qualche azzurro, del Sud, stanco del traino a destra di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. La guerra intestina di Forza Italia a Napoli –  dove il capogruppo Armando Cesaro ha deciso di non ricandidarsi alle imminenti regionali in aperto contrasto con la Lega – è stata un’occasione d’oro. Non a caso, Carbone, nella sua nota di addio, come riporta Adnkronos, lancia una bordata al Carroccio: “Non posso più sopportare l’immagine di un partito appiattito e subordinato a una destra sovranista”. Renzi vuole il pallino del gioco in Senato e da oggi i numeri sono tutti dalla sua parte: 163 i voti della Maggioranza, 158 la soglia minima, 18 sono di Italia Viva. Renzi, dal giorno della sfiducia al Guardasigilli Alfonso Bonafede fece capire che, il passaggio al Senato, non è possibile senza una contrattazione sui ruoli e sui programmi del Governo. Renzi inizierà a battere cassa: le riforme passano prima dai tavoli di Italia Viva. Non a caso i parlamentari renziani, parlano di un’ex Premier rinato: “Salvini prova a distruggere da un lato e io rispondo dall’altro. E’ una partita parallela. Quello di oggi è un arrivo pesante, e ce ne saranno ancora”, ha dichiarato ai suoi.

Nessun commento è pervenuto da Palazzo Chigi sul nuovo arrivato, mentre a Via del Nazareno i dirigenti del PD silenziosamente cercano di capire il da farsi. Poiché non tutto vien per nuocere, per Nicola Zingaretti e soci, alla fine. Perché all’orizzonte c’è il passaggio parlamentare più importante del Governo Conte II: l’attivazione del pacchetti Ue e il Recovery Fund. E se al Senato c’è Renzi che vuole il Mes, tanto meglio. Sarà più semplice far capitolare il M5S dinanzi alla minaccia di un rimpasto di Governo? Vedremo. L’obiettivo di Italia Viva è l’inserimento nell’agenda di Governo del piano per le infrastrutture elaborato dagli uomini della Leopolda (e magari, perché no, anche quel Ministero). E, dopo le grandi opere pubbliche, un altro importante tassello: la riforma della Giustizia.

Conte, intanto, sente che le mura di Palazzo Madama si fanno sempre più strette ad asfissianti. In questi mesi di emergenza, il Premier ha acquisito una certa libertà di manovra – rafforzata dai sondaggi sul suo gradimento personale – di cui non vuole certo privarsi. Tornare al ruolo di avvocato che fa da mediatore tra i partiti di Maggioranza non contemplabile. D’altra parte però, se si dovesse forzare la mano, M5S-PD-IV potrebbe prendere, clamorosamente, la palla al balzo per dare una spallata al Premier. Le urne sono davvero la ultima delle ipotesi: benchè sia la strada naturale per liberare l’azione dell’Esecutivo dal cappio di Italia Viva, nessuno vuole portare il Paese alle elezioni prima della distribuzione a pioggia dei fondi del Recovery. Fino ad allora, il discorso è chiuso.

 

Fonte: Adnkronos, Il Fatto Quotidiano

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