Italiani, sono 24 mila a rendersi disponibili come braccianti. Ma le aziende preferiscono gli immigrati

Sono moltissimi gli italiani, rimasti senza lavoro, disposti a lavorare nel settore agricolo. Ma le aziende continuano a preferire manodopera africana specializzata e pagano loro i voli aerei per farli arrivare in Italia.

italiani nuovi braccianti

Per settimane il Ministro dell’Agricoltura Terera Bellanova, in quota Italia Viva, ha spinto per la regolarizzazione degli immigrati che lavorano nel settore dell’agricoltura come braccianti. Nelle ultime ore è stato approvato l’articolo 110-bis. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte – riporta Il Tempo –  ha sottolineato che si tratta di una “battaglia di civiltà” che mette al centro di tutto la dignità delle persone. E il Ministro Bellanova, lasciandosi andare al pianto, ha dichiarato che la considera una vittoria anche personale, visto il suo passato da bracciante. E ha rimarcato che grazie a questa sanatoria da oggi “gli invisibili saranno meno invisibili”.
A chi, nelle scorse settimane, aveva proposto di assegnare quei lavori, quantomeno momentaneamente, a disoccupati, cassa integrati e percettori del reddito di cittadinanza, era stato più volte risposto che gli italiani non sono più disposti a fare quel tipo di lavoro. Ma chi lo sosteneva sbagliava. E anche di grosso. Solo a Mantova – riferisce il Corriere della Sera – sono state oltre 500 le persone che hanno fatto domanda per poter lavorare nell’agricoltura in risposta ad un bando lanciato ad aprile da Confagricoltura Mantova. Finora sono stati assunti venti lavoratori tra cui un laureato in scienze motorie, un ex autista di scuolabus, un barista e una segretaria. Alberto Cortesi, presidente di Confagricoltura Mantova, ha assicurato che è loro intenzione proseguire su questa strada al fine di trovare una soluzione davvero risolutiva alla carenza di manodopera nei campi.

E – riferisce la Repubblica – in totale sono stati ben 24.000 gli italiani che, attraverso vari siti dedicati ai lavori in ambito agricolo, si sono resi disponibili da Nord a Sud. A confermare la buona volontà di tantissimi italiani, la testimonianza del signor Michele Ponso, un frutticoltore di un paese vicino Saluzzo. L’agricoltore ha spiegato di aver assunto, in appena mezz’ora, la bellezza di 17 ragazzi rimasti, improvvisamente, senza lavoro a causa della crisi collegata al Covid 19. Le cosiddette “vittime economiche del Coronavirus“. L’agricoltore ha specificato che, anche qui come a Mantova, si tratta di ex baristi, ex commesse, muratori, guide turistiche. Insomma ragazzi e ragazze che non avevano dimestichezza con la terra ma che, pur di non restare a casa senza fare niente e senza soldi, si sono messi in gioco.
Ma purtroppo, talvolta, la buona volontà e la determinazione ad imparare un nuovo mestiere non basta ai datori di lavoro. Alcuni sostengono che gli italiani non abbiano esperienza ma nemmeno la forza e la resistenza fisica necessarie a lavorare come raccoglitori di ortaggi.  E le aziende in questi mesi hanno sentito e risentito della mancanza dei loro braccianti stagionali che, a causa della chiusura dei porti per l’emergenza sanitaria, non sono potuti arrivare. E così hanno deciso di pagare i voli aerei per farli arrivare. Il primo, un Casablanca- Pescara, partirà martedì 19 maggio e porterà in italia degli operai agricoli marocchini altamente specializzati nei lavori agricoli. E il 20 potrebbe già partire un secondo volo. Le aziende, per far arrivare in Italia la loro manodopera specializzata, hanno pagato 425 euro a persona. Questi lavoratori stagionali verranno impiegati nella piana di Avezzano. “Sono lavoratori molto qualificati e i datori di lavoro non possono farne a meno. Dopo una trattativa di 25 giorni, finalmente la Farnesina ci ha dato il via libera”. Ha dichiarato Stefano Fabrizi, presidente di Confagricoltura Abruzzo.

Fonte: Il Tempo, Repubblica, Corriere della Sera

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