Ecco i nuovi poveri: da barista a senzatetto. Le vittime economiche del Lockdown, sono migliaia

La crisi economica innescata dall’emergenza Coronavirus sta creando milioni di nuovi poveri. Giovani che hanno perso lavoro e casa e che ora vivono e dormono per strada.

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Al peggio non c’è mai limite“. Un tempo ci sembrava un proverbio onnipresente sulla bocca dei pessimisti. Oggi, purtroppo, ci sembra una realtà che guardiamo con occhi increduli. L’emergenza sanitaria legata al Coronavirus ora sta cedendo il posto ad un’altra crisi ugualmente grave: quella economica. A fine marzo – riportava AGI – il Premier Giuseppe Conte assicurava che nessuno sarebbe stato abbandonato a se stesso, mentre firmava un Dpcm che predisponeva di usufruire di 4,3 miliardi del fondo solidarietà nazionale. Soldi previsti, soprattutto, per consentire di acquistare beni di prima necessità come cibo e farmaci. Queste erano le parole del nostro primo ministro meno di due mesi fa: “Non lasciamo nessuno solo e abbandonato a se stesso, siamo vicini alle persone bisognose. Noi non volgiamo lo sguardo dall’altra parte. Siamo tutti sulla stessa barca“. Ma sono in molti, in questo momento, a sentirsi abbandonati dallo Stato.

E così capita che il giovane cameriere o barista che ci ha portato una pizza o un cocktail a gennaio, oggi lo troviamo a dormire sotto i portici di una strada della nostra città. Questi – spiega Fanpage – sono i nuovi senzatetto. Le vittime economiche del Coronavirus. Si tratta, perlopiù, di ragazzi molto giovani. Ragazzi che non vivevano di sfarzi e lussi nemmeno prima del Covid 19 ma che avevano un lavoro e una casa, magari anche un’automobile o una moto. Ragazzi e ragazze che conducevano una vita normale, tranquilla: senza eccessi ma, certamente, non in miseria. E ora sono i medesimi che a Milano dormono per le strade del centro, dietro il Duomo, con la paura, ogni notte, di venir derubati da altri senzatetto. Giovani che sono ridotti a lavarsi nelle fontane e che non possono permettersi il lusso di fare progetti per il futuro. Si tratta, soprattutto, di ex baristi, camerieri e aiuto cuochi che, da un giorno all’altro, si sono trovati in una casa in cui non potevano più pagare affitto e bollette. Magari con contratti precari e, dunque, non aventi diritto alla cassa integrazione. E i famosi 600 euro promessi dal Governo a molti non sono mai arrivati. Ma anche quando sono arrivati, in città come Milano, Roma o Firenze con 600 euro non vai avanti neanche un mese. Molte volte non riesci a pagarci nemmeno l’affitto di un monolocale di 20 metri quadrati. E anche il famoso reddito di emergenza di cui si parla da tempo, di fatto, ad oggi, non è ancora arrivato. E se alle spalle non hai neppure una famiglia che può aiutarti allora non hai altra via d’uscita che la strada. Uno di questi ragazzi ha raccontato: “Prima avevo una vita normalissima, poi è cambiato tutto. All’inizio è stato terribile:dormivo sui treni o sugli autobus ma lì rischi di venir derubato. A un certo punto ho anche fatto cattivi pensieri. Rivoglio la vita di prima”.

E se a questo ragazzo, per fortuna, i “cattivi pensieri” sono passati, per molti altri, purtroppo, è andata diversamente. Nel periodo di lockdown – riferisce Il Messaggero – sono stati 25 i suicidi, 16 solo nel mese di aprile. Secondo i dati dell’Osservatorio, di questi 25 suicidi, 14 erano imprenditori. E a questi vanno ad aggiungersi ben 36 tentati suicidi. Il Coronavirus può uccidere sotto diverse forme. E’ compito dello Stato cercare, per quanto possibile, di ridurre il numero di vittime: sia quelle sanitarie sia quelle economiche.

Fonte: AGI, Fanpage, Il Messaggero

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