Non arrivano gli aiuti alle imprese, ma il Governo promette il Reddito d’emergenza per le famiglie

Il Reddito d’Emergenza è la nuova misura prevista dal Decreto di Aprile. Per richiederlo, bisognerà avere un Isee inferiore ai 15mila euro e altri requisti specifici dai quali emerga una situazione di effettiva indigenza.

reddito d'emergenza - Leggilo

Le imprese rischiano di fallire, a causa del ritardo negli aiuti promessi dal Governo, ma i sussidi per le famiglie sembrano esserci. Più che puntare sulla ripartenza delle aziende, che quindi porterebbero lavoro e automaticamente darebbero sostegno ai lavoratori, le mosse da Palazzo Chigi sembrano sostenere chi il lavoro non ce l’ha o lo sta per perdere. Il Reddito di emergenza (Rem), previsto nel decreto di Aprile ma ormai slittato a Maggio, è infatti un nuovo sussidio per sostenere le famiglie in difficoltà a causa dell’emergenza Coronavirus. A deciderlo, un lungo vertice tenutosi qualche giorno fa tra Giuseppe Conte, il ministro Roberto Gualtieri e i capi delegazione del governo. Al centro dell’incontro, informa TGCom24, diversi nodi rimasti ancora aperti sul testo che l’esecutivo si appresta a varare entro la settimana per gestire l’emergenza Coronavirus. Durante il vertice, alla presenza del sottosegretario Riccardo Fraccaro e i responsabili economici dei partiti di maggioranza, si è discusso di tematiche che vanno dai trasferimenti a fondo perduto alle imprese allo sblocco dei circa 12 miliardi di euro di debiti della P.a.

Eppure, la questione è nella maggioranza ancora un terreno di scontro. Per Italia viva, riporta Fanpage, il sussidio – che andrà ad aiutare anche i lavoratori in nero – non può essere una soluzione. La ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova, ha chiarito che tra due mesi in Italia la povertà sarà ancora molto alta, anche a causa di chi, fino a qualche mese fa, godeva di un reddito dignitoso ma ha visto tutti i piani saltare. Il sussidio, ha spiegato il Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, non sarà strutturale, ma avrà una durata temporanea. Bellanova, che ha minacciato le dimissioni se non verranno regoralizzati 600mila migranti, ha aggiunto che l’assistenzialismo non servirà affatto a far ripartire il Paese e che gli investimenti dovrebbero essere dirottati nel sistema produttivo. Sulla misura è intervenuto anche Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, spiegando che il reddito di emergenza “durerà due, massimo tre mesi, ed è destinato a coprire fasce di lavoratori esclusi dal reddito di cittadinanza“. Il governo starebbe anche valutando di dividere in due il decreto maggio da 55 miliardi, per avere il tempo di sciogliere gli ultimi nodi. Pertanto, la prima tranche potrebbe contenere le misure su cui già si è arrivato a un accordo nella maggioranza, mentre nella seconda tranche del dl dovrebbero esserci gli aiuti alle imprese e il reddito d’emergenza.

I requisiti per poter richiedere il Reddito di Emergenza dovrebbero essere i seguenti: residenza in Italia, verificata con riferimento al componente richiedente il beneficio; avere un valore del reddito familiare, nel mese precedente la richiesta del beneficio e in ciascuna mensilità che precede le erogazioni successive, inferiore ad una soglia pari all’ammontare del beneficio stesso; un valore del patrimonio mobiliare familiare con riferimento all’anno 2019 inferiore a una soglia di euro 10.000, accresciuta di euro 5.000 per ogni componente successivo al primo e fino ad un massimo di euro 20.000; un valore dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (Isee) inferiore ad euro 15.000.

L’istituzione del Reddito di emergenza sarà ufficializzata nei prossimi giorni dal Consiglio dei ministri. Secondo l’agenzia di stampa Agi, che ha visionato in anteprima la bozza del decreto, le domande potranno essere presentate entro fine luglio, tramite modello di domanda predisposto dall’Inps e presentato secondo le modalità stabilite dall’Istituto. L’importo del Reddito di emergenza va dai 400 euro mensili fino ad un massimo comunque non superiore a 800 euro mensili. Il Rem sarà erogato per tre mensilità a decorrere dal mese in cui è stata presentata la domanda. Non hanno invece diritto al Rem i soggetti che si trovano in stato detentivo, per tutta la durata della pena, nonché coloro che sono ricoverati in istituti di cura di lunga degenza o altre strutture residenziali a totale carico dello Stato o di altra amministrazione pubblica. Nel caso di nuclei familiari percettori del reddito di cittadinanza, il Rem può essere richiesto ad integrazione della somma percepita. Tuttavia, in relazione all’emergenza Covid-19, il Governo è comunque pronto a cambiare i requisiti del Reddito di cittadinanza.

Fonte: Agi, FanPage

 

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