Svezia, nessun lockdown e pochi contagi: e se avessimo sbagliato tutto?

Un caso unico quello della diffusione del Coronavirus in Svezia. Nessun lockdown e nessuna misura restrittiva è stata presa per arginare la curva del contagio. Curva che, tra l’altro, non è minimamente paragonabile a quella italiana. 

Coronavirus, se avesse ragione la Svezia? - Leggilo.org

 

Una strategia singolare quella applicata dalla Svezia per contrastare la pandemia di Coronavirus: il paese ha infatti scelto di non applicare nessuna misura restrittiva. Mentre nel resto del mondo, dalle Filippine fino agli Stati Uniti, i governi si affrettavano a correre ai ripari ponendo le nazioni in lockdown, la Svezia non lo ha mai fatto. A prendere questa decisione il primo ministro Stefan Lofven, sostenuto durante la crisi da una squadra di medici capeggiata dall’epidemiologo Anders Tegnell. Il capo di stato aveva comunicato la sua decisione al popolo svedese il mese scorso, non nascondendo che ci sarebbero state numerose vittime specie tra gli anziani. Ma per Lofven chiudere interamente il paese non è mai stata un opzione: scuole chiuse tranne che per i minori di 16 anni e un invito ai cittadini a limitare gli assembramenti. Queste le uniche indicazioni giunte dal governo di Stoccolma. Bar, locali, ristoranti e via dicendo non hanno mai chiuso e nessuno è mai stato confinato in casa. A distanza di un mese ci chiediamo, il modello svedese ha funzionato?

Dare una risposta non è così semplice. Per esempio Il Fatto Quotidiano riporta un indice di mortalità estremamente alto tra le persone che hanno contratto il Coronavirus in Svezia: un tasso di 291 morti per milione di abitanti per un totale di 2941 vittime su 23.918 contagi. Per rendere l’idea, il tasso di mortalità nelle nazioni confinanti è di 87 per milione di abitanti in Danimarca e scende a 45 e 40 rispettivamente in Finlandia e Norvegia, tutte nazioni che hanno applicato il Lockdown. Lo stesso Tegnell ha dichiarato: “Si tratta di una cifra molto alta”. Nonostante ciò, Fanpage riporta dati che mostrano un calo nella curva dei nuovi contagi. Secondo l’OMS, l’infezione si può ritenere sotto controllo quando l’indicatore R0 (che registra i nuovi contagi nella popolazione non esposta al virus) scende sotto il valore di 1. In Svezia, gli ultimi dati riportano un valore pari a 0.85.

Il Coronavirus si poteva affrontare diversamente?

A questo punto, di fronte a una situazione che vede un gran numero di decessi ma una decisa inversione nella tendenza dei contagi, viene da chiedersi se il modello della Svezia non sia stato migliore di quello di altri paesi europei, che affronteranno una dura crisi economica causata dai lockdown, una spada di Damocle che grava particolarmente sulle nazioni più colpite come Italia e Spagna. Tuttavia, Forbes non ritiene che le scelte di Lofven siano un esempio da seguire. L’analisi di Goldman Sachs riportata nell’articolo sostiene che: “La Svezia è un caso a parte: hanno una bassa densità di popolazione e in molti vivono da soli”. Inoltre, ci sarebbe da prendere in considerazione la ferrea disciplina dei cittadini che pur senza un esplicito decreto legge hanno generalmente rispettato le precauzioni per non diffondere il contagio. Per finire, va evidenziato come gran parte delle vittime del virus siano ancora una volta concentrate nelle case di riposo del paese, in particolare nella capitale Stoccolma. La Svezia è dunque un modello da seguire? Interpretando le analisi a disposizione viene piuttosto da pensare che sia una nazione con caratteristiche molto particolari, abitata da una popolazione particolarmente disciplinata. Riesce difficile pensare che gestire il Coronavirus senza lockdown seguendo l’esempio della Svezia non avrebbe causato ancora più morti, in altre nazioni del mondo.

Fonte: Forbes, Il Fatto Quotidiano, Fanpage

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