L’Italia spaccata nel Parlamento Europeo, ora Conte è più debole nelle trattative per superare la crisi

A sorpresa gli eurodeputati leghisti hanno votato contro la proposta dei Verdi sulla condivisione del debito. Mentre Dem e Cinque Stelle sono spaccati sul Mes. Un’ Italia spaccata sugli strumenti per superare la crisi. Non è certo di buon auspicio per il vertice europeo.

lega contro coronabond

Pomeriggio caldissimo ieri sui banchi di Bruxelles. L’Europarlamento, sulla scia della riunione dei Ministri delle Finanze UE di una settimana fa, ha discusso degli strumenti da adottare per far fronte all’emergenza sanitaria ed economica causata dalla pandemia Covid-19. Il voto ha rivelato una diversità di vedute sia nella Maggioranza che compone il Governo del Premier Giuseppe Conte, sia per ciò che concerne l’opposizione. Ma andiamo con ordine: l’emendamento che prevedeva l’introduzione dei cosiddetti Eurobond, avanzato da Verdi è stato bocciato, con i 5 Stelle che hanno votato a favore insieme al Partito Democratico, Italia Viva e Fratelli D’italia, mentre hanno dato voto sfavorevole Lega e Forza Italia. Ha spiegato Antonio Tajani, Vice Presidente del Partito Popolare: “Il testo che abbiamo votato comprende tutte le opzioni”. Il testo, come spiega Il Corriere della Sera, che proponeva un massiccio pacchetto di investimenti per la ricostruzione dell’economia europea, è stato respinto con 326 voti contrari, 282 favorevoli e 74 atensioni. Lo strappo definitivo è arrivato sull’emendamento del paragrafo 17 della mozione, che prevede un grande piano per la ripresa, da finanziare anche con Recovery Bond, oltre che con gli strumenti del Mes e della Bei, e sul voto finale. Il M5S ha votato contro, con l’europarlamentare Ignazio Carrao che ha così giustificato: “Abbiamo votato contro il paragrafo 17 perché si presta a cattive interpretazioni visto che cita il Mes”.

Voto favorevole del PD e di Forza Italia, voto contrario della Lega e di Fratelli D’Italia. Il testo è passato con 395 sì, 171 contrari e 128 astenuti. Un voto importantissimo, come ha spiegato il Presidente del Parlamento UE David Sassoli: “Potrò andare al prossimo Consiglio Ue del 23 aprile con un’indicazione chiara di quella che è la volontà del Parlamento rispetto agli strumenti e alle modalità con cui dobbiamo organizzare l’uscita dall’emergenza e la ricostruzione”. Accuse pesantissime sono arrivate dal Segretario Dem Nicola Zingaretti: “Al Parlamento Ue aiuta l’Italia. La destra italiana no”. La palla ora passa dunque ai Capi di Stato che si riuniranno il prossimo 23 aprile. Ma la tensione a Roma è palpabile, i Dem non hanno gradito le posizioni grilline a Bruxelles: a farne le spese potrebbe essere lo stesso Premier Conte, indebolito da una Maggioranza meno solida di qualche settimana fa.

Giorgetti e Salvini, divergenze all’interno della Lega

Ma malumori si percepiscono anche all’interno dei partiti dell’opposizione. Il numero due della Lega, Giancarlo Giorgetti, ha avanzato al Segretario Matteo Salvini l’invito a collaborare in Europa per la realizzazione degli obiettivi del Governo. Come spiega Repubblica, l’ex Sottosegretario di Stato durante il primo Governo Conte, ha ammesso che la situazione d’emergenza non permette un braccio di ferro con l’Esecutivo, e sarebbe più responsabile un clima di collaborazione. Inoltre, qualsiasi risorsa messa a disposizione dall’Europa, a tassi bassissimi, non dovrebbe essere scartata a priori. Una posizione respinta dall’ex Ministro dell’Interno che, spalleggiato dal Presidente di Fratelli D’Italia Giorgia Meloni, va allo scontro deciso. In gioco ci sono anche le sorti dello stesso Esecutivo. In Via Bellerio, infatti, sono convinti che sul Mes i 5 Stelle si spaccheranno, finendo per far ribaltare il tavolo del Governo. Non è la prima volta che i due sono in crisi: Salvini e Giorgetti sono due anime diverse della Lega. Il numero due sarebbe inoltre molto scontento delle ultime uscite del Segretario, specie sulle giravolte sulle riaperture e sulle chiusure. La costante presenza di Salvini al fianco del Governatore Attilio Fontana e l’estrema difesa del modello lombardo, ha messo in ombra l’operato del Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che ha applicato misure di contenimento poi replicate in varie parti d’Italia. Un partito che mostra alcune crepe in un momento così delicato.

Nicola Fratoianni: “Dai leghisti solo chiacchere”

Ovviamente questa situazione ha stupito tutti e hanno subito trovato terreno fertile le accuse di “tradimento” contro i leghisti. Riporta la Repubblica:  “I leghisti occupano tutte le Tv con le loro chiacchiere. Poi in Europa votano con i loro amici olandesi e ungheresi“. Ha commentato secco l’eurodeputato dei Leu Nicola Fratoianni. Ancora più duro il commento di Angelo Bonelli, coordinatore nazionale dei Verdi: “Questi sono falsi patrioti che in Italia fingono di difendere il nostro Paese ma fuori si alleano con i nemici dell’Italia”. I leghisti, dal canto loro, hanno difeso le loro scelte e rivendicato una certa coerenza: “Noi non cambiamo idea ogni settimana, a differenza di Conte e del M5S. Non siamo mai stati a favore dei coronabond che rappresentano la cessione della sovranità. La soluzione è un ruolo più attivo della Bce”. Controbattono Zanni, presidente del gruppo Identità e Democrazia e Campomenosi, capo delegazione della Lega al parlamento Europeo. Ma anche i grillini non sono sfuggiti agli attacchi dei Verdi. I Cinque Stelle, infatti, favorevoli ai coronabond, tuttavia, si sono espressi contro l’introduzione del Recovery Fund proposto dalla Francia. “Non vogliono il Mes neanche senza condizionalità, non vogliono il Recovery Fund, come pensano di finanziare la ripresa economica del nostro Paese?”. In effetti questa è una domanda che in Italia molti comuni cittadini si pongono in queste ore.

Fonte: Repubblica, Corriere della Sera

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