PD e Movimento 5 Stelle: è pronta la legge contro Matteo Salvini

La riunione tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle ha portato i suoi primi frutti. C’è un accordo di massima per la nuova legge elettorale che andrebbe a sostituire il Rosatellum. Una mossa che tende a chiudere in un angolo le crescenti ambizioni elettorali della Lega.

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Sabato 4 gennaio, il Segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti e il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio si sono incontrati a Roma per fare il punto della situazione nella Maggioranza. I recenti eventi in casa grillina, preoccupano e non poco i dem, come lo stesso Presidente del Consiglio Giuseppe Conte del resto. In linea di massima il Ministro degli Esteri ha rassicurato l’alleato che non ci saranno ripercussioni sulla tenuta del Governo, anche se le defezioni delle ultime settimane nelle file parlamentari pentastellate non lasciano presagire il meglio. Sul tavolo i maggiori dossier dell’Esecutivo, come racconta Tgcom24. L’obiettivo è restare in sella sino al 2022, anno dell’elezione del successore del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ma sono tanti i nodi da sciogliere. In primis quello legato alla Giustizia, dove il Pd, con l’ex Guardasigilli Andrea Orlando presenterà una modifica sulla tema della prescrizione cercando di trovare un’intesa con il Ministro Alfonso Bonafede. Allo stesso modo dal Nazareno sperano di convincere il M5S ad indietreggiare sulla revoca delle concessioni autostradali. Ma se ne riparlerà nel prossimo Cdm. Si è parlato, e molto, della nuova legge elettorale che andrebbe a sostituire il Rosatellum. Come spiega Il Messaggero, sono state proposte due alternative: una su modello spagnolo, ovvero un proporzionale su base circoscrizionale, con soglie variabili a seconda delle circoscrizioni, che, in linea di massima, consentirebbe, nelle più popolose, di far eleggere parlamentari anche ai partiti più piccoli.

Ma questa strada sembra essere stata accantonata per il “No” di Italia Viva. Matteo Renzi, dato nei sondaggi intorno al 5%, vorrebbe assicurarsi un piccolo spazio, senza dover combattere con i partiti minori a sinistra. E dunque ecco che si apre l’ipotesi più verosimile, una legge elettorale in stile tedesco: un proporzionale con soglia di sbarramento del 5%. Per ovvi motivi, è arrivato però lo stop di Leu, che teme di essere tagliato fuori da una soglia tanto alta, oppure ad essere costretto a candidare i propri elementi nelle file del Pd. L’accordo c’è, ma bisogna lavorare. E non escluso che Leu, che fa parte di questa Maggioranza, dia battaglia in Cdm e magari inizi a fare ostruzionismo dall’interno per la proposta di Pd e M5S. La strada è ancora lunga.

 

Fonte: Tgcom24, Il Messaggero

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