Terracina, spari verso i braccianti per farli lavorare di più

Un mprenditore agricolo 35enne è stato arrestato a Terracina, in provincia di Latina, con l’accusa di aver sfruttato, aggredito e sparato a braccianti per farli lavorare di più.

Imprenditore Terracina arrestato sparava verso braccianti per farli lavorare di più - Leggilo

Ha un bel dire, il Ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova, della necessità di un costante accesso dei migranti in Italia. A richiederlo sarebbero sopratutto gli imprenditori della terra, per sostenere la filiera della produzione agroalimentare. Bisogna capire tuttavia quali condizioni di sicurezza e di legalità riusciamo a garantire, per gli italiani e gli stranieri, spesso sfruttati come bestie. Ed ecco l’ennesima storia, che costringe a ripensare certe affermazioni e a chiedersi a che punto sono i diritti e la sicurezza in Italia. Perchè non ci si può certo fermare ad un preteso diritto di entrare per sfuggire alla sfruttamento. E magari trovarne un altro.

I Carabinieri del commissariato di Terracina, in provincia di Latina, avvalendosi di unità della Squadra Volanti, della Squadra Anticrimine e della Polizia scientifica, hanno arrestato in flagranza di reato un imprenditore agricolo di 35 anni. L’uomo è accusato dei reati di sfruttamento del lavoro, minaccia aggravata con l’utilizzo di arma da fuoco, lesioni personali, detenzione abusiva di munizioni, omessa denuncia di materie esplodenti.

L’imprenditore avrebbe minacciato più volte i dipendenti sparando verso di loro per spingerli a lavorare maggiormente e ad accelerar la raccolta. Riferisce l’Ansa  che l’uomo avrebbe utilizzato un’arma da fuoco, un fucile a pompa legalmente detenuto. In almeno un’occasione l’imprenditore si sarebbe presentato all’alloggio dei lavoratori e lì avrebbe fatto più volte fuoco in direzione di alcuni di loro, fortunatamente senza colpire nessuno. A quel punto l’uomo avrebbe passato in rassegna i braccianti puntando loro l’arma alla gola, L’uomo si sarebbe avvalso di caporali per sorvegliare il lavoro. Oltre alle intimidazioni l’imprenditore avrebbe sottoposto i braccianti, di nazionalità indiana, a condizioni lavorative degradanti: con l’aiuto di complici denunciati in stato di libertà, avrebbe fatto alloggiare la mano d’opera in luoghi fatiscenti e avrebbe corrisposto delle retribuzioni difformi alle norme vigenti.

Non è la prima volta che sentiamo parlare di sfruttamento di migranti. In questo caso. Rai News riferisce  che l’inchiesta sarebbe partita dalla segnalazione di 5 braccianti.

Fonte: Rai News, Ansa

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