Educazione civica a scuola, troppo tardi. Il Ministro dice no

Niente educazione civica fra i banchi di scuola, almeno per questo anno scolastico. A deciderlo il Ministro del M5s Lorenzo Fioramonti, letto il parere del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione che ha bocciato, all’unanimità, l’avvio immediato dell’educazione civica a scuola. Un parere obbligatorio ma non vincolante per lo Stato. 

 

L’idea piace a tutti, da Matteo Salvini a Emma Bonino che la vorrebbe almeno quanto l’abolizione dell’ora di religione. Ma si dovrà attendere: anche quest’anno l’educazione civica a scuola si studia l’anno prossimo. Il Consiglio superiore della pubblica istruzione ha categoricamente bocciato l’iniziativa di introdurre, già a partire da quest’anno, l’educazione civica come una materia obbligatoria in cui i giovani studenti avranno l’arduo compito di formarsi. Annamaria Santoro, vicepresidente  del Consiglio superiore della pubblica istruzione spiega i motivi, riportati da Tgcom,  che hanno spinto a rimandare all’anno prossimo lo studio dell’educazione civica a scuola. “Le sperimentazioni sono volontarie, partono dal basso; questa sarebbe diventata un’introduzione forzata per legge, una forzatura per anticipare i tempi di una legge che ne ha previsti altri” ha detto la Santoro, specificando che tutti sono a favore dell’introduzione dell’educazione civica a scuola, ma che questa deve procedere lentamente. In base ai tempi prestabiliti dalla legge. Introdurre questa materia ora, a pochi giorni dell’inizio del nuovo anno scolastico, sarebbe un danno più che un elemento a favore dei giovani studenti italiani. I loro piani di studi predisposto per l’anno accademico 2019/2020, è già stato stabilito e modificarlo causerebbe non pochi problemi. Per questo motivo il Consiglio ha ritenuto che il rinvio fosse la scelta più consona, facendo in modo di poter elaborare un piano di studi adeguato per l’anno accademico a seguire. Dalle ultime dichiarazioni rilasciate, dunque, l’educazione civica sarà obbligatoria in tutte le scuole a partire dal 2020.

L’ex ministro dell’Istruzione, il leghista Marco Bussetti, consapevole che la legge sarebbe entrata in vigore troppo tardi – aveva predisposto una bozza di decreto per avviare d’urgenza una «sperimentazione nazionale» che non pesasse troppo sui piani di studi già predisposti. La bozza era stata inviata al Consiglio superiore della Pubblica istruzione, il cui parere è obbligatorio. Il Consiglio si espresso all’unanimità con una bocciatura. Così il neo Ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti ha dato il suo no definitivo come riporta il Corriere della sera, specificando che è necessario, se non obbligatorio, fornire alle scuole il giusto tempo per potersi organizzare in modo tale da introdurre l’educazione civica all’interno delle scuole.

 

Fonte: Tgcom, Corriere della sera.

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