Vittorio Sgarbi: “Il M5s voleva abbattere il Palazzo e si è chiuso dentro”

Vittorio Sgarbi, sindaco di Sutri in provincia di Viterbo e critico d’arte, ha criticato ai microfoni di Omnibus il nuovo governo M5s-PD guidato da Giuseppe Conte.

Sgarbi Movimento Cinque Stelle - Leggilo

Ospite della trasmissione Omnibus, in onda su La7, Vittorio Sgarbi, sindaco di Sutri e critico d’arte, ha presentato il suo nuovo libro “Diario della capra 2019/20”, e attaccato il nuovo Esecutivo PD – M5s, ormai alle porte, dopo la fiducia ricevuta dalla Camera.

“Si ha affetto e tenerezza per le capre perché ci tengono tanto, vale la pena di dare loro un sostegno morale – ha esordito – L’altra volta in un discorso di chiusura memorabile dissi di essere in attesa di un declino inevitabile – ha detto, con riferimento ai 5 Stelle – che difatti è arrivato perché nel disordine e nell’ignoranza io prospero”.

“Il disordine aumenta e io potrei ripetere quel discorso anche se sono arrivati a un punto di così straordinaria malinconia che non saprei cosa dire – ha proseguito – Non c’è qualcuno che chieda di andare a votare, questa è la chiusura dentro il palazzo di chi cercava di abbattere il Palazzo. Credo che sia molto malinconico e che non gli porterà bene”.

Il critico non vede dunque un futuro roseo per Movimento 5 Stelle e PD. E per i primi in particolare prevede un futuro nero come già da pronosticato giorni fa: “Perderanno di settimana in settimana tutte le Regioni, perderanno la Toscana e l’Emilia-Romagna, rimarranno arroccati in qualcosa di profondamente arroccato”.

Secondo l’opinionista televisivo, la scelta dei due partiti di dire no alle elezioni e di unirsi quindi in un nuovo esecutivo si rivelerà dunque deleteria, in quanto “il popolo ha espresso una posizione alle Europee, ma arroccarsi nel palazzo fa capire che vogliono restarci. La sommatoria dei due partiti sarà una sottrazione – è la sua previsione ad OmnibusNon lo so quanto durerà, ma quando si inizierà a vedere la sconfitta nelle regioni, inizierà la tragedia”. Parole non meno dure il critico d’arte le ha spese nei confronti di due esponenti PD, Dario Franceschini e Paolo Gentiloni, entrati nel nuovo Esecutivo:

Vediamo molti morti che risorgono e ritornano. È la negazione di qualunque principio della volontà popolare che ha bocciato Gentiloni, Dario Franceschini e il loro governo. – ha detto nel corso di un’intervento in Piazza Montecitorio raccolto dall’Agenzia Vista e diffuso da Libero – Oggi uno è commissario e l’altro è di nuovo ministro (ai Beni culturali, ndr), è qualcosa di inaccettabile

 

Fonte: La 7, Agenzia Vista

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