Arriva una confessione choc sull’omicidio di Elisa Pomarelli. Massimo Sebastiani, il suo assassino, dormiva accanto al suo corpo ogni notte.
Elisa Pomarelli è la donna a cui Massimo Sebastiani ha strappato via la vita dal petto, soltanto perché la giovane non ricambiava la corte spietata che il suo assassino le faceva da ben tre anni. A poche ore dall’arresto di Sebastiani, spuntano nuovi agghiaccianti retroscena sull’omicidio della donna. Particolari, terribile, resi noti dal Quotidiano. Il suo assassino, ogni notte, dopo averla uccisa, dormiva accanto a lei. Stringendo la mano fredda di Elisa con la sua, quasi come se volesse trasmetterle tutto il calore umano, e la vita, che lui stesso le ha strappato. Quasi come se si fosse pentito del terribile gesto commesso a cui, purtroppo, non c’è alcun rimedio. La polizia, oltre ad aver arrestato Massimo Sebastiani per l’omicidio di Elisa Pomarelli, ha catturato anche un suo probabile complice: Silvio Perazzi. Silvio Perazzi è l’uomo che avrebbe aiutato Sebastiani a nascondersi e a nascondere il corpo, privo di vita, della giovane Elisa Pomarelli nei boschi, una zona “particolarmente impervia” specifica l’Adnkronos, luoghi in cui lo stesso assassino cercava rifugio dalle Forze dell’Ordine.
Silvio Perazzi e Massimo Sebastiani non sarebbero soltanto complici del terribile crimine commesso, ma molto di più. Perazzi è il padre dell’ex fidanzata di Massimo. Nonostante la relazione tra sua figlia e l’uomo fosse finita da qualche tempo, i due hanno continuato a frequentarsi. Tutti a Piacenza erano consapevoli della loro amicizia, ma nessuno avrebbe mai sospettato che l’affetto che Silvio Perazzi provava per Massimo Sebastiani lo spingessero ad aiutare l’uomo che, di punto in bianco, ha deciso di porre fine alla vita di Elisa Pomarelli. Anche se, nei giorni prima dell’arresto, i suoi conoscenti avevano notato un Silvio diverso, non allegro e spensierato a cui erano abituati, ma un uomo freddo, spento. Probabilmente consumato dal dolore e dei sensi di colpa nel conoscere che il corpo privo di vita di una giovane donna era a poche centinaia di metri da casa sua, una donna che avrebbe anche potuto essere la sua stessa figlia se questa non avesse ricambiato la corte spietata con cui Massimo Sebastiani aveva deciso di “omaggiarla“.
Fonte: Adnkronos, il Quotidiano