Lamorgese sui migranti: “Sono una risorsa, ma i porti restano chiusi”

Il nuovo ministro dell’Interno Luciana Lamorgese dovrà gestire la spinosa questione dei migranti. Una linea ferma, che però mira ad allontanarsi dall’esasperazione del tema portato dal predecessore Salvini.

luciana lamorgese migranti

Non potrebbe essere più diversa da chi l’ha preceduta, Luciana Lamorgese, ex prefetto di Milano tra il 2017 e il 2018, abituata già a gestire la questione dei migranti nella capitale milanese. Per lei infatti essi sono “una risorsa” e anzi  – come cita Libero – “il processo di integrazione è necessario per evitare fenomeni di radicalizzazione“. Niente “prima gli Italiani” quindi, lo slogan che ha accompagnato i 14 mesi di operato come ministro dell’Interno di Matteo Salvini. Inoltre, se quest’ultimo ha fatto della comunicazione di “pancia” il suo asso nella manica tra foto con le divise delle forze dell’ordine, dirette Facebook e baci al rosario, Lamorgese non ha neanche un social.

Lamorgese: la prima prova con la Alan Kurdi

La neo Ministro dell’Interno è già attesa al varco con la Alan Kurdi, la nave ong tedesca Sea Eye che da giorni si trova davanti a Malta senza il permesso per entrare in porto. Ricordiamo che il decreto sicurezza di Salvini prevede sanzioni molto severe per le navi che cercano di attraccare senza permesso – fino a un milione di euro – e quindi i capi della missione umanitaria hanno chiesto al neo governo italiano se è ancora valido.

L’esecutivo ha risposto di sì, che la linea rimarrà la stessa anche se meno dura. Non una riapertura totale dei porti, ma con delle flessibilità che devono essere valutate caso per caso. Si tratta ovviamente di un lavoro non facile perché Salvini ha esasperato i toni con l’Europa e si dovrà rinegoziare con Bruxelles soprattutto per quanto riguarda il Trattato di Dublino che impone al Paese di primo arrivo del carico dei migranti. Inoltre, anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – come riporta Il Messaggero – aveva trovato “rilevanti perplessità” sulle sanzioni per le navi che tentavano di entrare in acque italiane: multe fino ad un milione di euro e confisca. Per il Capo dello Stato serve infatti “la necessaria proporzionalità tra sanzioni e comportamenti“, ricordando che il divieto può essere disposto “nel rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia”.

Quali saranno le conseguenze per la prossima nave umanitaria che cercherà di entrare in Italia? Le ipotesi possibili sono diverse, visto che il neo Ministro dell’Interno potrebbe non firmare il divieto – allontanandosi quindi dalle volontà di Salvini – anche se Lamorgese dovrà far appello alle sue capacità di ascolto e negoziazione tra le due diverse forze politiche del governo. Se i Dem prendono assolutamente le distanze dalle precedenti misure dell’esecutivo, dall’altra parte i Cinque Stelle sono più rigoristi.

Nel frattempo è arrivata la notizia che Matteo Salvini è stato denunciato per diffamazione da parte di Carola Rackete, come riporta Adnkronos. Lui scrive su Facebook: “Denunciato da una comunista tedesca, traghettatrice di immigrati, che ha speronato una motovedetta della Finanza: per me è una medaglia! Io non mollo, mai”.

Fonte: Il Messaggero, Libero, Adkronos

Impostazioni privacy