Marco Minniti sulla crisi di governo: “Matteo Renzi non può avere paura del voto”

Non si può avere paura del voto. Con queste parole, rilasciate in un’intervista, l’ex Ministro dell’Interno Marco Minniti ha in buona parte rigettato quanto sostenuto dall’ex Premier Matteo Renzi. Intanto, nel M5s, cresce il fronte di chi si dice favorevole ad un accordo con il PD.

Renzi Minniti voto - Leggilo

L’esito della riunione del gruppo dei Senatori del Movimento 5 stelle – riunitisi per discutere della complessa e delicata situazione apertasi dopo il crollo della maggioranza – è stato positivo per chi guarda al futuro dell’Italia pensando ad un accordo tra PD e M5s. Diversi pentastellati – informa Agi – avrebbero sostenuto la necessità di aprire ad un confronto con i democratici per collaborare ad un Governo di fine legislatura. Il tutto, per l’interesse degli italiani, evitando l’aumento dell’Iva e attuando la riforma del taglio dei parlamentari.

Dopo l’alleanza con la Lega, un accordo con il PD non è cosa da escludere a priori, dice buona parte dei 5 Stelle. Ad oggi, mancano mosse ufficiali ma il dialogo, eventualmente, sarebbe da farsi con Nicola Zingaretti, non certo con Matteo Renzi. Eppure è stato lui, tra lo stupore generale iniziale, visti i trascorsi di odio e rancore, a proporre di scendere a patti con i pentastellati. Una decisione spinta forse dalla necessità di guadagnare tempo per formare un partito, o comunque dargli un’identità che gli permetterebbe di uscire vincitore alle urne. Cosa che, ad oggi, è improbabile.

Marco Minniti: “Andiamo al voto”

Chi sembra non sposare, o almeno non nelle modalità da lui descritte, un ipotesi di accordo è l’ex Ministro dell’Interno Marco Minniti.Non si può avere paura del voto, un’alleanza tra PD e M5s sarebbe l’arrocco degli sconfitti”, ha detto in un’intervista a Radio Capital. Per il predecessore di Matteo Salvini al Viminale è inutile cominciare dal voto sulla riduzione del numero dei parlamentari per poi vedere cosa accade. Significherebbe, a dirla per metafora, “cambiare ruote della macchina, tutte insieme e senza fermare la macchina”. Una sfida impossibile così come delicata e altrettanto fragile si presenta la situazione politica dell’Italia. Situazione che, dice lui come molti altri, è tutta in mano del Presidente Sergio Mattarella.

“L’arbitro della crisi è il Presidente della Repubblica, e lui valuterà. Se riterrà che ci sono le condizioni non per un accordo di basso profilo, tra due perdenti, ma per un accordo più ampio, di legislatura, il PD ha il dovere di valutarlo nella maniera più aperta possibile, manifestando un senso forte di responsabilità, che d’altro canto è scritto nel DNA del partito”, ha proseguito nell’intervista. Tuttavia, e su questo si dice categorico, l’opposizione non deve dimostrare neanche per un momento di avere paura del voto. “Se di fronte a una sfida democratica uno si dimostra impaurito nel rapporto con il popolo rischia di non farcela. Per questo bisogna escludere categoricamente qualunque scorciatoia, qualunque idea di resistenza parlamentare”, prosegue.

Nessuna scorciatoia, nessun sotterfugio che aiuterebbe, dice, Matteo Salvini ad avere la meglio nella partita. Allo stesso modo, va escluso un accordo coi grillini. Per Minniti bisogna essere in grado di “costruire un progetto elettorale di grande alleanza per la democrazia e che abbia, prima condizione necessaria, per protagonista il Pd unito”, ribadisce su Il Foglio. “Comunque vada – aggiunge – Salvini non può gestire lui il percorso elettorale, perché non dà garanzie di terzietà. C’è un fastidio nei confronti delle regole democratiche”.

Concludendo, Minniti definisce Matteo Renzi una risorsa importante che, tuttavia, ha sbagliato in qualcosa: “Nei momenti difficili nessuno di noi deve evocare l’idea di una rottura, né direttamente né indirettamente, perché così si indebolisce tutto il senso della partita”.

Fonte: Radio Capital, Il Foglio, Agi

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