Bibbiano, affidi fantasma per soldi: bambini mai dati alle famiglie affidatarie

Nell’inchiesta di Bibbiano spuntano due affidi fantasma. Due bambini sarebbero stati affidati ad una donna che, in realtà, non li ha mai accolti. Il tutto, manovrato da Federica Anghinolfi. 

Bibbiano affidi illeciti - Leggilo

Federica Anghinolfi è un personaggio chiave nella vicenda degli affidi illeciti di Bibbiano. Responsabile del servizio sociale della Val d’Enza, attualmente agli arresti domiciliari per falso in atto pubblico, abuso d’ufficio, violenza privata e lesioni gravissime è considerata la regista del sistema collaudato degli affidi. Sistema di cui il Sindaco PD Andrea Carletti sarebbe stato pienamente a conoscenza, secondo l’accusa. Nelle intercettazioni telefoniche riportate agli atti dell’inchiesta, la dirigente rassicurava le coppie affidatarie circa la durata degli affidi, che avrebbero dovuto essere temporanei. Quasi sempre le famiglie affidatarie erano appartenenti ad associazioni Lgbt di una città del sud Italia.

Intanto, emergono nuovi e inquietanti dettagli su un caso che si allarga sempre di più tra polemiche, discussioni politiche e le richieste – anche da volti note – di fare chiarezza e luce sulla vicenda. Come riporta Il Resto del Carlino, alla Anghinolfi sarebbero legati anche affidi “fantasma“, cioè casi di bambini sulla carta affidati a una donna che in realtà non li ha mai accolti nella sua casa. Questa, era stata nominata affidataria di due bambini: nel 2017 di una femmina, l’anno dopo di un maschietto. Ma quei piccoli non sono stati mai accolti e le carte firmate erano solo una messa in scena. La donna, a seguito di problemi economici, si era rivolta ai servizi sociali della Val d’Enza a cui la indirizzò il centro per l’impiego. “Feci un tirocinio di segreteria, percependo 550 euro mensili per i primi sette mesi e così conobbi la Anghinolfi”, spiega al Resto del Carlino. L’Anghinolfi le propose un lavoro in una struttura pomeridiana di aggregazione giovanile in Val d’Enza: tre volte alla settimana in cambio di 360 euro al mese. L’attività doveva essere formalizzata attraverso un documento in cui le veniva chiesto di farsi carico di un minore.

Il perché lo spiega la cuoca, diventata un tramite per il pagamento delle spese di psicoterapia: “Da quel momento i servizi sociali, a cui il centro ‘Hansel e Gretel’ trasmette le fatture a me intestate per la psicoterapia del minorenne, mi anticipano ogni mese la somma sul mio conto. Poi io, come da indicazioni di Federica, faccio un bonifico alla ‘Hansel e Gretel’”.

Le rassicurazioni dell’Anghinolfi

Non è tutto perché, come riporta Tgcom24, ad alcune coppie che chiedevano un bambino in affido l’Anghinolfi prometteva di dare loro un minore “senza scadenza“,  trasformando di fatto l’affido in un’adozione. Gli aspiranti genitori si presentavano da lei chiedendole affidi temporanei. Poi le esprimevano i loro timori e lei li rassicurava: se i genitori continuavano a essere ritenuti inadeguati dai servizi sociali, i figli non avrebbero mai potuto tornare dai genitori naturali e gli affidatari li avrebbero avuti senza tempo. Questo, quanto emerge dalle ultime scioccanti intercettazioni. La Anghinolfi è insomma una figura chiave nell’inchiesta, nella quale si parla anche di lavaggi del cervello ai minori, di abusi inventati e di relazioni dei servizi sociali falsate, in seguito a cui alcuni bambini sarebbero stati sottratti alle loro famiglie di origine.

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