Sea Watch, l’ex PM Nordio: “Carola non è stata arrestata, ma questo non vuol dire che sia innocente”

Sea Watch 3: interviene nel dibattito sulla scarcerazione della capitana Carola Rackete anche l’ex Magistrato Carlo Nordio con un editoriale sul quotidiano Il Messaggero.

Nordio Sea Watch - Leggilo

Come spesso accade, alcuni avvenimenti di grande impatto emotivo provocano una enorme spaccatura nel mondo dell’opinione pubblica. E’ il caso della violazione della Capitana della Sea Watch 3 Carola Rackete che ha preferito farsi arrestare entrando nel porto di Lampedusa piuttosto che continuare il viaggio con 42 migranti secondo lei allo stremo. Il Gip Alessandra Vella non ha convalidato l’arresto per il reato di favoreggiamento di immigrazione clandestina e Carola, 31enne tedesca che parla 5 lingue, è stata rilasciata. Plauso da parte di chi la difendeva a spada tratta dal “Babau” Ministro dell’Interno Matteo Salvini e ovviamente sdegno da parte di chi invece sta con il Vicepremier e pensa che la donna sia una fuorilegge che vada punita con l’espulsione. Nel dibattito è intervenuto per fare un po’ di chiarezza l’ex magistrato Carlo Nordio, che ha spiegato come certi temi molto complessi non possano essere trattati esclusivamente dalla magistratura. L’ex magistrato era già in intervenuto in merito alla reazione di alcuni Sindaci che avevano contestato il Decreto sicurezza e deciso di procedere all’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo. Ora interviene su un caso non meno spinoso, quello della Sea Watch.

Sea Watch, Carlo Nordio: “Carola non può essere espulsa”

Nordio sottolinea in un editoriale apparso sul quotidiano Il Messaggero che alcune questioni dal grande impatto emotivo non possono essere sbrogliate solo dalla Magistratura: “Significa semplicemente che alcuni problemi non possono essere risolti dai Giudici. Questo vale per la corruzione, per la fecondazione eterologa, per il fine vita assistito e per mille altri eventi che si presentano con un impatto emotivo nella società moderna, e che richiedono strumenti di valutazione, di controllo e di guida ben più efficaci della maestosa incertezza del processo penale”, scrive l’ex magistrato. Questo perché ogni giudice può pensarla in maniera diversa rispetto ad un altro, come quando in passato un Pretore arrestava in spiaggia una ragazza con delle nudità esposte mentre un altro Pretore in un’altra spiaggia l’assolveva.

Nel caso di Carola Rackete non c’erano i presupposti per una convalida d’arresto: “Innanzitutto perché la stessa Procura aveva chiesto il solo divieto di dimora, quindi il Gip non poteva applicare una misura più grave, e poi perché una camera di consiglio così lunga non poteva che preludere a una motivata contestazione delle ragioni che avevano indotto i Pm a disporre l’arresto della capitana”. Non arrestata non significa però che sia stata scagionata e sarà il processo a stabilire la sua colpevolezza. Fino ad allora  sarà una donna libera, che non avrebbe comunque potuto essere preventivamente messa in carcere, visto che il nostro stato di diritto prevede tale misura solo in situazioni eccezionali. E proprio il fatto che debba difendersi da diversi capi d’accusa – come il favoreggiamento all’immigrazione clandestina – fa sì che non possa essere espulsa e poi processata  “in absentia”.  “Queste regole – scrive Nordio – le sanno benissimo proprio i clandestini, che spesso si fanno arrestare per reati banali proprio perché, una volta indagati, hanno il diritto di restare qui fino alla sentenza definitiva, che, come sappiamo, interviene dopo circa un decennio. Questa è un’altra ragione, per così dire tecnica, per cui abbiamo sempre sostenuto che incriminare il clandestino in quanto tale è una follia, perché gli si attribuisce automaticamente, di fatto, il diritto di soggiorno”.

L’ex magistrato conclude il proprio editoriale proponendo un incontro tra maggioranza ed opposizione, che “dicano chiaro e tondo agli italiani come intendono concretamente risolvere la questione” secondo Nordio ” è ancor più auspicabile che il tavolo si allarghi all’intera Europa” eventualità, questa, che “sembra purtroppo ancora di là da venire”.

Fonte: Il Messaggero, Rai 2

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