Monfalcone, niente più negozi etnici in centro per favorire i prodotti locali

Anna Cisint, Primo Cittadino di Monfalcone in quota Lega, ha messo al bando i cosiddetti negozi “etnici” dal centro storico della città friulana.

Un’iniziativa che di certo lascerebbe l’amaro in bocca all’ormai ex eurodeputata Cecile Kyenge. Le sue idee di multiculturalità non sembrano trovare appoggio, almeno non in Anna Cisint, Sindaco di Monfalcone, e neanche in Luigi Di Maio che qualche giorno fa aveva proposto qualcosa di simile. Esponente della Lega, Cisint ha mantenuto la promessa fatta in campagna elettorale: in caso di vittoria, aveva detto prima di sedersi in Giunta, avrebbe fatto sparire i negozi etnici dal centro storico della città in provincia di Gorizia. Non a caso, nel 2016, una delle sue prime proposte al riguardo – quando ancora non era Sindaco – era stata quella di “contenere phone center e money transfert“, nel perimetro storico di Monfalcone, al fine di “orientare vendite e somministrazione verso prodotti di filiera corta e/o comunque tipici del territorio”.

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Ora, l’azione si intensifica, con i primi provvedimenti concreti per quanto riguarda le “misure per la tutela e il decoro del patrimonio storico e culturale della città”: niente più money change, phone center, internet point e money transfer nel centro friulano, posto in cui trovano lavoro molti stranieri. Il divieto ai negozi “etnici” richiesto più volte dal Sindaco, ha sempre ricevuto un secco rifiuto della precedente giunta del Friuli Venezia Giulia, guidata dall’esponente del PD Debora Serracchiani. A seguito delle elezioni regionali del 2018, però, il centrosinistra è stato sconfitto dalla coalizione di centrodestra.

Come riportato da Trieste Prima, in questi giorni il Comune di Monfalcone e la Regione Friuli Venezia Giulia hanno firmato un protocollo d’intesa per delimitare le aree in cui poter applicare la normativa sui beni culturali e il rilascio delle autorizzazioni. Monfalcone sarà divisa in quattro zone, in cui i divieti verranno applicati nel seguente modo. Nella prima area, le limitazioni delle attività future saranno totali, ma non verranno rimosse quelle già presenti. Dalla zona due in poi, non sarà più possibile aprire money change, phone center, internet point, money transfer, sale giochi e centri scommesse, locali di pubblico spettacolo e centri massaggio. Nelle rimanenti parti della città tutto rimarrà con le regole preesistenti. Lo stop definitivo dovrebbe accadere entro la fine dell’anno.

Dopo le firme, Cisint ha criticato sia la Giunta Serracchiani che aveva fermato il suo piano che la precedentemente amministrazione comunale di Monfalcone, ed orientamento dem. Questo il messaggio della sindaca di Monfalcone sulla propria pagina Facebook: “L’assessore Pizzimenti (Graziano Pizzimenti, assessore regionale alle Infrastrutture e territorio, ndr) l’ha definito un modello da copiare. Firmata l’intesa con la regione: Serracchiani/Santoro avevano bloccato l’iter per più di un anno (è stata la ns prima delibera del novembre 2016). Ora approveremo la modifica in consiglio comunale. È evidente che se chi ha amministrato prima avesse agito così, oggi il centro sarebbe diverso”.

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Fonte: Trieste Prima, Facebook Anna Cisint

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