Bergoglio a chi ha votato Salvini: “Prima gli ultimi e i migranti, non voi Italiani”

Papa Francesco torna a parlare dei migranti, lanciando l’allarme razzismo e ribadendo la necessità di prendersi cura degli ultimi e delle persone in difficoltà. 

Papa Francesco e i migranti - Leggilo

E’ il giorno d’oro del Vicepremier Matteo Salvini. A dispetto di chi storce e il naso e parla di nuovo fascismo – e il Fascismo si basa, dicono, proprio sul consenso – la Lega si è confermata primo partito d’Italia, ottenendo oltre il 30% dei voti. Il punto vincente del Ministro dell’Interno sarebbe stato il suo motto, “Prima gli Italiani”; oppure, più semplicemente, la voglia della gente di sentirsi di nuovo considerata, messa in primo piano e non da parte per far spazio ad altri. Un po’ di pragmatismo all’italiana, o solo senso di giustizia. Un pragmatismo  che, piaccia o no, l’azione politica di Salvini prova a rimettere in piedi, restituendo a Cesare ciò che è di Cesare,  secondo il punto di vista della gente comune. Molte le accuse verso il Ministro: di strumentalizzare le emergenze e talvolta anche di provocarle. Ma comunque il dado è tratto e le poltrone a Bruxelles saranno occupate maggiormente da leghisti – occupate e non riscaldate, sottolinea Salvini, spesso accusato di assenteismo –

A frenare gli entusiasmi c’è Bergoglio. Il Papa dei migranti e dei poveri. Non ha aspettato neanche un giorno, Papa Francesco, ed è tornato sulla questione: “Il trattamento riservato ai rifugiati sempre più spesso rappresenta un campanello di allarme che avvisa del declino morale a cui si va incontro se si continua a concedere terreno alla cultura dello scarto”, spiega Papa Francesco. E ancora: “Non si tratta solo di migranti; su questa via ogni soggetto che non rientra nei canoni del benessere fisico, psichico e sociale diventa a rischio di emarginazione e di esclusione”.  Per questa ragione, la presenza dei migranti e dei rifugiati, spiega il Vescovo di Roma, rappresenta oggi un invito a recuperare alcune dimensioni essenziali della nostra esistenza cristiana e della nostra umanità, che “rischiano di assopirsi in un tenore di vita ricco di comodità”. 

Ma l’ammonizione continua: “Conflitti violenti e vere e proprie guerre non cessano di lacerare l’umanità; ingiustizie e discriminazioni si susseguono; si stenta a superare gli squilibri economici e sociali, su scala locale o globale. E a fare le spese di tutto questo sono soprattutto i più poveri e svantaggiati. Le società economicamente più avanzate sviluppano al proprio interno la tendenza a un accentuato individualismo che, unito alla mentalità utilitaristica e moltiplicato dalla rete mediatica, produce la ‘globalizzazione dell’indifferenzà“.

Ci si prepara con questo spirito alla Giornata del Rifugiato del prossimo 29 settembre. Un momento che forse nel Pontefice crea timore in quanto potrebbe mancare in questo particolare momento dell’Italia, la sensibilità e l’attenzione da dedicare all’evento. “Il problema è quando dubbi e timori condizionano il nostro modo di pensare e di agire al punto da renderci intolleranti, chiusi, forse anche – senza accorgercene – razzisti”, riporta Agensir. E ancora: “Così la paura ci priva del desiderio e della capacità di incontrare l’altro, la persona diversa da me; mi priva di un’occasione di incontro col Signore”. La fede si dimostra con le opere di carità verso gli ultimi, anche stranieri, spiega Papa Francesco. Per questo, conclude Bergoglio, per un cristiano è contraddittorio affermare “prima io e il mio gruppo” perché nella logica di Cristo e del Vangelo “gli ultimi vengono prima”. Prima, quindi, degli italiani.

Chiara Feleppa

Fonte: Agensir

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